La meglio gioventù
Luglio 28, 2003 in Cinema da Redazione
Il Taormina BNL FilmFest è tornato agli splendori di un tempo, quando era, per importanza, il secondo in Italia dopo la Mostra di Venezia. Nella rassegna cinematografica taorminese, infatti, vengono proiettati film di ottima qualità, sia italiani che stranieri, e non è altro che il trampolino di lancio per le imminenti uscite estive nelle sale italiane.
La rassegna è cominciata con la presentazione de “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana, film che, dal debutto nelle sale cinematografiche a partire dal 20 giugno, sta raccogliendo consensi unanimi e sta richiamando un pubblico ben più numeroso di quanto ci si attendesse.
Si era già sentito parlare de “La meglio gioventù”: doveva essere mandato in onda sul piccolo schermo già dallo scorso autunno, ma, invece, è arrivato prima a Cannes, dove ha riscosso un grandissimo successo, riportando, in auge il Cinema Italiano, e poi a Taormina.
Il film ci fa vivere ed immedesimare nella storia di una famiglia italiana dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, in una storia ricca di sentimenti e pathos, dove rivivono avvenimenti e luoghi cruciali che hanno segnato il cammino del nostro paese.
La meglio gioventù è stato definito “l’affresco di una generazione che nelle sue contraddizioni, nelle furie ora ingenue ora violente, nella voce grossa e qualche volta stonata, ha cercato di non rassegnarsi al mondo così com’è ma di lasciarlo un poco migliore di come l’ha trovato”.
Un lavoro ben riuscito che ha visto un gran dispendio di risorse economiche ed umane, ma dai risultati certi. E’ un film che colpisce l’animo di chi certe situazioni le ha vissute o le conosce solo perchè raccontategli. In fondo, è la storia della società in cui viviamo.
Alla base è evidente un lavoro di ricerca, che ha portato a riscoprire valori, emozioni e sentimenti oggi messi da parte, come la forza di una famiglia che cresce e lotta nel tempo, ma che sa ritrovarsi sempre unita nei momenti di difficoltà. La vita per esser bella non per forza dev’esser fatta di eroismi, contano i sentimenti veri, le emozioni, i sogni.
Il film dura sei ore, sembra un tempo interminabile, ma trascorre senza pesare perchè il passato in cui ci si ritrova è un po’ nostro, siamo noi che appena qualche decennio fa ci siamo ritrovati a Firenze per l’alluvione, siamo noi che abbiamo lottato per la rivolta sessantottina, per gli ideali e la libertà, siamo noi che oggi lottiamo contro forme sempre più violente di terrorismo. E’ un film fatto da uomini e storie comuni, dove obiettivo principale è quello di riscoprire come eravamo fatti ieri e come oggi siamo, è il racconto di un “paese splendido, ma inutile”.
di Anna Milazzo