La metamorfosi della nuova generazione
Giugno 26, 2002 in Arte da Sonia Gallesio
Ha inaugurato mercoledì 19 giugno, presso il circolo ARCI Corner Club, la collettiva Metamorfica – a cura di Giorgio Auneddu. La mostra è costituita da tre nuclei di opere appartenenti ad altrettanti giovani artisti. Marina Nekhaeva (le sue creazioni sono quelle posizionate al piano terra e lungo la scala che conduce al primo), Elisa Filomena e Stefano Albanese (compagni nella vita, condividono la sala al piano superiore) hanno già attirato l’attenzione sul loro lavoro ed ottenuto alcuni discreti successi. La coppia Albanese-Filomena ha recentemente esposto, nell’ambito di due personali distinte, negli spazi della Galleria Wunderkammer. Marina Nekhaeva, invece, ha raccolto svariati riconoscimenti per gli intensi contributi presentati al Teatro Juvarra – la cui esposizione si è conclusa da pochi giorni. Oltre alla giovane età e alla città di appartenenza, la nostra beneamata Torino, un altro aspetto accomuna i tre artisti: sono, o lo sono stati, studenti dell’Accademia Albertina delle Belle Arti. Proprio nei giorni antecedenti e successivi all’inaugurazione di Metamorfica, infatti, Marina ha dovuto sostenere alcuni esami; Stefano, dal canto suo, sta ultimando la tesi sul suo artista preferito, Enrico Colombotto Rosso. Elisa, invece, a febbraio, ha concluso il suo percorso accademico presentando un sentito lavoro sul maestro che lei stessa definisce “più di uno spirito guida”, il grande Egon Schiele. Ma scopriamo qualcosa di più di ogni singolo artista…
Quello di Stefano Albanese è un nome che già conosco, così come ho sentito parlare del suo ciclo di opere ispirate alle mummie. Lavori quali Cieco 1 Hiroshima (mummia peruviana) o Figura aliena (mummia paleocristiana), oltre ad esternare una grandiosa ed urlante decadenza, che quasi sgomenta, rivelano il marcato interesse dell’artista, e nondimeno il suo approfondito studio, in merito ai processi di mummificazione e alle civiltà che li hanno attuati. Molti dei lavori di Albanese sono rivolti alla più lucida analisi dell’interiorità umana, attraverso un consapevole percorso di meditazione e sperimentazione: proprio su questo metaforico viaggio verteva la sua recente personale tenutasi alla Wunderkammer. Cartilagini ed ossa disegnate, così come la radiografia di un cranio, si fanno emblema di una particolare condizione di solitudine nonché di una sofferta spedizione nei meandri della nostra realtà di esseri umani, tra dolori e verità senza suono. Albanese, parlando dei suoi artisti prediletti, ricorda Francis Bacon ed Edvard Munch: annuisco colpita, concordando pienamente… Le opere di Stefano presenti in mostra sono tutte raffigurazioni di animali, dagli studi di pipistrelli ai caldi omaggi alla sua cagnolina.
Marina Nekhaeva, russa ma torinese d’adozione, è l’artista grazie alla quale è stato possibile questo incontro… Tutto è cominciato una sera di maggio: mi trovavo allo Juvarra per assistere allo spettacolo Cosettina; ad un tratto, prima del suo inizio, ho alzato gli occhi e – troneggianti in galleria – ho visto le sue fantomatiche opere. Ho realizzato in un istante che mi piacevano terribilmente… Il lavoro della Nekhaeva, nonostante sembri prettamente figurativo, nasce per trasformare in arte precise e vibranti pulsioni interiori, generando creature immaginarie ma, al contempo, prepotentemente reali. Le tecniche che Marina utilizza sono molteplici: pastelli e matite, tempera, olio su tela, colori acrilici nonché interessanti mescolanze sinergiche tra le stesse, a formare turbinii irrequieti ed insinuanti. Nella sua opera ritroviamo archetipi e vecchi fantasmi, urla riecheggianti da luoghi senza nome, richiami atavici, remote influenze, l’eterna lotta tra il bene ed il male – tra l’oscurità di alcuni moti interiori e la maschera di luce che il mondo, di noi, vorrebbe vedere. Fondamentalmente, le sue creature fuggono da una dimensione ipocrita fatta di dogmi e restrizioni, omologazione e brutale imposizione. Tra i lavori esposti al Corner Club, da ricordare Progetto I, movimento n. 4 e Progetto II, movimento n. 1.
Elisa Filomena, invece, mi ha piacevolmente sorpresa tant’è gioioso il suo approccio nei confronti dell’arte e tanto sono contagiosi il suo entusiasmo e il suo slancio verso la pittura. Con assoluta e giustificata tranquillità, posso affermare che lei è la prima persona che riesce a parlarmi di sangue, morte e dolore con così tanto candore e leggerezza (che qui sta per genuinità d’animo e non per ingenua frivolezza). E’ la passione che la innalza, invece di appesantirla… In fondo, la paura, lo sgomento e lo smarrimento sono – da sempre – il più copioso nettare della creazione, il più ricco carburante del genio. Profondamente attratta dalla sacralità dell’arte, ciò che predilige è il dipingere quadri grandissimi – per misurarsi e mettersi alla prova ogni giorno, per amplificare i suoi messaggi e le sue percezioni. Le opere che presenta in mostra sono tutti intensi ritratti che si collocano in una dimensione degli affetti vivida e vibrante: troviamo raffigurati alcuni coetanei, il fratello e una delle sue più care amiche. La serata, tra una chiacchiera e l’altra, si consuma rapidamente: quello che penso, andandomene, è che sono fiera di far parte di questa generazione. Sono orgogliosa di lavorare e respirare in una città che sta cambiando ogni giorno di più, sotto la spinta di un giovane e rinnovato fervore.
Lo Juvarra applaude la Nekhaeva
Marina Nekhaeva per Traspi.net
Metamorfica
Opere di Elisa Filomena, Stefano Albanese, Marina Nekhaeva
Corner Club – Via Val Lagarina, 40 Torino Tel 328/8746397
Da mercoledì 19 giugno 2002 (la mostra durerà circa un mese)
Ingresso: riservato ai soci ARCI
di Sonia Gallesio