La Perla d’Italia
Febbraio 19, 2002 in Moda da Redazione
Si dice che ogni cosa abbia bisogno di una controprova per essere accertata: la controprova della bellezza di Virginia era l’invidia che Ella suscitava nelle Sua coetanee, fin dall’età di dodici anni, nelle numerose feste da ballo cui era invitata.
La fotografia che la ritrae all’età di tredici anni comprova queste affermazioni. Sono molti gli Ufficiali di Marina ed i più bei nomi dell’aristocrazia fiorentina che La chiedono in moglie quando Ella non ha ancora compiuto i Suoi quindici anni. Un giovane nobiluomo del Piemonte Sabaudo, gentiluomo di Corte di S.M. la Regina Maria Adelaide di Savoia, il Conte Francesco Asinari Verasis di Castiglione, riuscirà nell’impossibile intento di ottenerLa in isposa. La complicata e romantica storia che porterà a questo matrimonio fu rivelata solo molti anni dopo dalla Contessa Walewska, nata Anna Maria de’ Ricci.
Al tempo in cui il Conte Waleski era Ambasciatore a Londra, durante un ricevimento della Duchessa Inverness, parente della Regina, venne presentato agli Ambasciatori di Francia e Piemonte un giovane Conte italiano. Questi rivelò al Conte Walewski di essere giunto a Londra con il preciso proposito di scegliere “una sposa che rispondesse ai suoi gusti”.
“In tal caso, caro Castiglione, non avreste dovuto lasciare la Vostra Italia: tornate a Firenze, presentatevi alla Marchesa Oldoini, riuscite simpatico alla figlia, sposatela e avrete per moglie la più bella donna d’Europa”.
Queste le parole del Conte Waleski. La passione e l’amore che Francesco di Castiglione nutriva verso la bella “Nicchia”, non erano in alcun modo ricambiati. Le pagine del “Journal d’un Diplomat en Italie” di Henry d’Ideville rivelano con precisione la verità su quanto accadde.
“Perché essa acconsentì a questo matrimonio? Sarebbe lei stessa imbarazzata a dirlo…, e quante volte mi ha raccontato le conversazioni che precedettero quell’unione singolare!”
“Ma vi supplico, mio caro conte”, diceva al giovanotto appassionato, “cessate di chiedere la mia mano. Non ho nessun affetto per voi, nessuna simpatia, sento che voi sarete sempre per me l’uomo più indifferente. Amate un’altra, rivolgete altrove il vostro pensiero, vi prego”. Dopo simili dichiarazioni, tali da scoraggiare chiunque, il conte di Castiglione la supplicava in ginocchio di non rifiutargli la sua mano. “Che importa”, le diceva, “voi non mi amerete mai, sia pure! Ma io avrò l’orgoglio di avere per moglie la più bella donna del mio tempo!” Il Conte dunque desiderava soltanto la “soddisfazione del suo orgoglio”, avere per moglie la “perla d’Italia”.
Ebbe tale soddisfazione, pagandola a carissimo prezzo. Molti avvertimenti del resto gli erano giunti anche da parte del Conte Camillo Benso di Cavour, suo amico, che gli aveva detto che “…quella ragazzetta era malata di egocentrismo e di narcisismo e che era anche vanesia, scervellata e caparbia, egoista e maleducata”. Nulla tuttavia riuscì a far recedere il Conte dal Suo proposito ed il matrimonio ebbe luogo a Firenze il 9 gennaio 1854.
Virginia ha diciassette anni, Francesco ventotto. Nella vita di Virginia intanto aveva fatto la sua comparsa uno dei Suoi primi amori di adolescente, il Marchese Ambrogio Doria. Proprio la sera del sette Maggio 1853, quindi otto mesi prima delle nozze, “Nini” aveva fatto una lunga passeggiata sentimentale nel Bosco dei Cappuccini, sulla collina della Spezia, sopportando al ritorno gli aspri rimproveri della madre. Lapidaria fu al risposta del Marchese Oldoini alla preoccupata lettera della moglie: “…la colpa è tua che male l’allevasti, benché tante volte t’avvertissi di stare in guardia, che chi ha un sol porco lo cresce grasso, ma chi ha un sol figlio il può crescer fesso”.
Così “Nicchia”, il mattino del 9 Gennaio 1854, vestendo “…bellissimo bianco prezioso pizzo di Venezia…” sale il sagrato di Santa Maria del Fiore, tra le acclamazioni delle donne, “…Viva Madonna nostra di Firenze…”.
La disposizione d’ animo con cui Nicchia entrò in chiesa è descritta minutamente nel suo Diario che riporta: “…il nonno mi baciò in fronte e pianse con me …ecco con quale disposizione d’animo andai in chiesa. Che dico andai? No, fu il povero Principe (Giuseppe Poniatowski) che dovette trascinami….”. Il 13 Gennaio Nicchia e Francesco, dopo un breve viaggio di nozze a La Spezia, giungono a Torino, accolti da Maria di Castiglione, moglie del Conte Clemente, fratello di Francesco. Gli sposi stabiliscono la loro residenza a palazzo Verasis, in un appartamento splendidamente e sontuosamente arredato.
di Crystall d’Ivry