La poesia delle nuvole

Ottobre 21, 2001 in Spettacoli da Redazione

24989Nuages

Gli effetti speciali li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Non ce ne accorgiamo, ma sono proprio sopra le nostre teste. Nella forme e nei suoni della natura. E’ il messaggio che Marion Hansel, regista belga, ci consegna con uno splendido poema sulle nuvole: 76 minuti fra Europa ed Africa ad inseguire la propria ossessione personale. “Nuages – Lettres à mon fils” non è un documentario, è un film nel quale sono protagoniste le nuvole. Un esercizio di stile davvero apprezzabile. La fotografia di Michèle Hubidon ed il sonoro di Henri Morelle sono formidabili, così come la musica coordinata da Michael Galasso. A fare da contrappunto alle sequenze c’è la voce di Catherine Deneuve (Carmen Maura in Spagna, Charlotte Rampling in Inghilterra e, se il film dovesse uscire, Claudia Cardinale in Italia) che legge le lettere scritte negli anni da una madre al proprio figlio. La metafora è palese: i figli sono, nell’universo di una madre, come le nuvole, di passaggio.

“Sono felice perché questo è il mio primo film ad essere presentato in Italia – ha dichiarato alla prima proiezione di venerdì sera nell’ambito di Cinemabiente – ed è anche la prima volta che una mia pellicola partecipa ad un festival su tematiche ambientali. Ho iniziato pensando ad un poema sulle nuvole e i cieli, soltanto a lavoro finito mi sono accorta di aver fatto un elogio alla bellezza della terra, di aver sottolineato ciò che rischia di perdere, insomma, un film ecologico”.

Late night show

Il timore di un conflitto atomico, la guerra fredda e il clima politico avvelenato dal maccartismo furono l’elemento catalizzatore dei b-movie fantascientifici degli anni Cinquanta che Cinemambiente ha proposto in tarda serata. Dalle formiche giganti di “Assalto alla Terra”, ai mostruosi aracnidi di “Tarantola” per concludere con gli alieni di “Ultimatum alla Terra”, il piatto è stato ricco. Questi film nascevano dall’esigenza di metaforizzare le paure postbelliche degli americani, ne vedremo una versione aggiornata dopo gli ultimi eventi? Il carbonchio sostituirà nell’inconscio collettivo la “fobia atomica”?

di Davide Mazzocco