L’attesa di un evento mancato
Giugno 25, 2003 in Medley da Redazione
Si scrivono fiumi di parole per cercare di valorizzare una terra, si cerca di raccontarne i lati positivi, spesso nascosti e messi a tacere, ma quando c’è qualcosa che non va, il bel castello crolla! L’articolo di oggi non vuole essere polemico o di denuncia, vuole solo descrivere cosa ancora può accadere in una tiepida serata primaverile.
E’ il tre giugno. Ci si prepara da giorni per un grande evento, la rappresentazione, in prima assoluta per la città di Catania, di una tragedia dalle caratteristiche classiche, la Norma di Alexander Soumet, capolavoro poi messo in musica da Vincenzo Bellini.
Promotore dell’iniziativa è il “Teatro dei Due Mari”, che già dal 21 maggio ha mandato in scena Medea e Norma negli antichi teatri Greco-Romani di Tindari e Taormina. Adesso è il turno di Catania.
La città è tappezzata di manifesti, è davvero un evento pensare di poter vivere momenti magici dentro il teatro romano, una delle risorse culturali più importanti della città, che alle sue origini poteva contenere sino a 7.000 spettatori e che è stato riaperto al pubblico, per spettacoli scenografici, da poco più di un anno.
Da sempre ed in ogni luogo vi sono stati drammi nella storia del genere umano, oggi più che mai viviamo in un momento storico caratterizzato da immani violenze e atrocità, è in questo contesto che ben si inseriscono le rappresentazioni classiche, Medea e Norma, spunto di riflessione, oltre che tributo d’arte. E’ l’occasione giusta per decidere di dedicarsi alla cultura, è arrivato il momento di conoscere anche la Norma di Soumet, dal momento che a Catania i più conoscono solo l’opera riscritta per Bellini dal librettista Felice Romani, che debuttò nel 1831 alla Scala di Milano e, considerata oggi, una delle opere fondamentali del melodramma italiano dell’Ottocento.
Ma sugli amanti della buona musica, sul teatro e sulla città intera, cade un velo di tristezza e di delusione. All’ultimo momento, solo quando si arriva davanti la biglietteria del teatro, si apprende che la Norma non si farà.
Da un controllo, fatto il giorno stesso del debutto dalla commissione di vigilanza, emerge che la struttura è inagibile, non ci sono adeguate misure di sicurezza e ci sono palazzi con facciate pericolanti che invadono la scena.
Nulla di strano se il problema fosse stato di nuova natura, se, all’ultimo momento, ci si fosse accorti della venuta giù di un cornicione, ma la realtà è ben diversa.
Già da tempo si era tutti consapevoli dello “stato di pericolosità” della struttura a causa di palazzi fatiscenti proprio sulle scene, di questioni aperte da tempo, con il Comune, con la Regione e con la Sovrintendenza ai Beni Culturali, per cercare di espropriare l’area circostante per riportarla a parziale splendore. E nonostante tutto, pur di far vivere la città, pur di vivere nella speranza di riprendere luce e grandezza, si è dato lo sta bene allo svolgimento di manifestazioni con il preventivo vincolo di limitare spettacoli e spettatori.
Stavolta non si capisce bene cosa sia successo. Un improvviso ed ulteriore crollo di cornicioni, una mancanza di controllo e manutenzione, ordinaria e straordinaria, un parapiglia sulle effettive competenze!
Così d’improvviso, quando nessuno se l’aspettava, a poco meno di un’ora dall’inizio dello spettacolo il teatro è chiuso per inagibilità.
E’ vero che la struttura necessita di urgenti interventi, è doveroso che i controlli vadano fatti, ma perché gravare in modo così incisivo sull’immagine della città, sul turismo, sugli amanti della cultura? Perché fare tanto rumore, organizzare in grande eventi e richiedere una partecipazione massiccia quando poi…si prospetta una perdita d’immagine?
Non è bello raccontare l’amarezza provata, la delusione di un’occasione mancata, la rabbia di essersi preparati per un qualcosa poi sfumato nel nulla, la sensazione di nullità nel non esser stati avvertiti per tempo…Non è bello dimenticare gli sforzi fatti da coloro che hanno organizzato l’evento, da chi ha preparato scene e costumi, dagli attori, dagli artisti in genere pronti per l’ennesimo debutto.
Il teatro è chiuso, il sipario abbassato, le luci spente…speriamo solo che questa triste avventura non diventi l’ennesimo simbolo del mal funzionamento della nostra società!
di Anna Milazzo