Le Marche… L’orto del vino
Novembre 27, 2007 in Libri da Gustare da Stefano Mola
Titolo: | Le Marche… L’orto del vino |
Autore: | Andrea Zanfi |
Casa editrice: | Carlo Cambi Editore |
Prezzo: | 70.00 |
Pagine: | 324 |
In quanti modi si può leggere un paese? Certamente molti. Eppure si ha sempre la sensazione che manchi qualcosa. Che nel raccontare l’Italia, siano sempre necessari punti di vista nuovi e diversi. Sicuramente il nostro paese rifugge ancora da una visione onnicomprensiva e appiattita, per fortuna. Lo scopriamo se siamo attenti, se abbiamo la voglia e la curiosità di allontanarci dalle strade più battute, non solo in senso reale, concreto e geografico, ma anche metaforico. Se abbiamo voglia di inforcare lenti diverse. Se crediamo che un punto di vista parziale possa aprire squarci verso il generale. Allora perché non il vino? Perché non usare il vino e soprattutto quello che c’è dietro, ovvero in primo luogo il paesaggio e gli uomini e le donne che lo producono, per raccontare il nostro paese?
Tutte queste cose mi sono venute in mente leggendo questo volume di Andrea Zanfi, quinto d’una meritatamente spesso premiata serie. Dopo Toscana, Sicilia, Piemonte e Friuli è ora la volta delle Marche. La formula è sempre la stessa, ma il risultato appare ogni volta fresco, nuovo, sorprendente. Perché è davvero il risultato di un incontro, e non c’è mai un incontro uguale ad un altro.
Come funziona? Con tanti chilometri percorsi per le strade e le colline. Con tante ore passate a parlare, ad annusare, ad assaggiare, a confrontare. Con tante foto. Perché Zanfi in questa sua avventura è accompagnato dal fotografo Giò Martorana. Ecco allora che il volume non è soltanto una raccolta di bottiglie, un vademecum da enoteca, ma un processo di conoscenza, un invito alla scoperta e alla riscoperta di luoghi e sapori.
Numeri. Settanta le aziende visitate, cinquantotto quelle censite, in una regione senz’altro emergente, dalle grandi potenzialità. Una regione che, nelle parole di Zanfi, conferma tutto il carattere plurale nascosto nel suo nome. I fiumi dagli Appennino all’Adriatico la sezionano in fasce. Le morbide colline lo separano ulteriormente. Tutto questo si ritrova nei vini. Dove pare quasi impossibile ritrovare denominatori comuni che vadano al di là dell’ambito provinciale. Se questo sia un male o un bene, solo il percorso futuro saprà darne ragione. E non è detto che non sia questa l’occasione per un ritorno, dopo che l’autore avrà terminato il primo giro. Attendendo con curiosità la prossima tappa, ci viene voglia di prendere la macchina, e andare. E questo ci sembra un bel complimento.
di Stefano Mola