Lo scrittore
Giugno 15, 2010 in Racconti da Redazione
Mondo libro! Tutto capovolto. Un tondo vaso schiacciato verso il volto e arrotondato modellato. Per sembrare una palla, bucata. O una campana zincata dentro la quale entri. Grande, dalla curva gaussiana alta e larga… che ti protegge con le sue morbide code. Ti siedi comodo e ti rilassi tamburellando con le dita come un picchio contro il bronzo.. con il bronzo che si ribella e stona ma non importa. Ti vedi in cima a una torre campanaria, seduto sul legno su cui dondolava la campana che, in pensione, è ora felice di ospitarti… appoggi la schiena al battacchio e cerchi nella tasca deforme della giacca qualcosa. E’ ingombrante. Fastidioso. I raggi di luce impressionano ogni molecola di questo “qualcosa”. E lo restituisce colorato di rosso e di giallo e di panna. E’ IL libro. Che hai trafugato da un banco di una fiera. Era impolverato. Ma tu ricordavi quella volta che ne hai sentito parlare dall’autore stesso ma non leggevi ancora né tenevi soldi. Come ora. La materia è carta plastica colore e fantasia. E celluloide. Buio in sala, grazie. “Per favore signora, si segga: inizia la visione del film”.
Quel pomeriggio eravamo in tanti e si respirava a fatica. Lasciandomi trasportare dalla massa curiosa, tra uno scivolamento di scapola e uno “sgusciolamento” di anca il banchetto si avvicinava a fatica. Ma finalmente, dopo circa due ore di pigia pigia , anche io potevo rimirare l’ultima creazione del gran maestro. Il libro, con la sua copertina rigida, se ne stava lì a farsi rimirare da tutti quegli occhi bramosi di impossessarsene, curiosi di iniziarne la lettura per farsi avvincere ancora una volta dalle trame fascinose che solo un gran scrittore sapeva creare. E poi il finale, quello che ti spariglia le carte in tavola, quello che ti fa capire che nulla avevi intuito, quello che suggella la fama dell’artista.
Le perle di sudore cadevano dal sopracciglio agli occhi bagnando le lenti degli occhiali e tutto si appannava. Ma come? Tutto sto tempo pigiato per pochi secondi di ammirazione sfuocata? Me ne andai un po’ deluso e amareggiato a cercar spazio e aria.
Dopo tanto vagare per i saloni della fiera ecco un angolo di pace, una stanzina con pochi avventori comodamente seduti ad ascoltare un perfetto sconosciuto.
Raccontava del suo ultimo libro, il quindicesimo scritto, e lo faceva con un entusiasmo infantile che tutto e tutti coinvolgeva. Se li stampava da solo i suoi libri, se li autofinanziava con piccole letture e qualche lavoretto saltuario. Sbirciai a lungo dalla porta finestra che chiudeva la stanzina, e alfine anche io vi entrai per prender posto a sedere senza mai abbandonare con lo sguardo lo scrittore squattrinato che non smetteva un attimo di sorridere ed entusiasmarsi e scoppiare a ridere e rispondere ai numerosi quesiti che i 7 (8 con me) avventori gli ponevano.
E alfine il libro lo comprai, senza code ne sgomitate; in due giorni lo lessi e subito mi fiondai in libreria per acquistarne un altro dello stesso autore. Ma, com’era prevedibile, non ne trovai mai alcuna copia in libreria.
La gente se ne è andata lamentando i soldi mal spesi. Non ha voluto fermarsi per bere neanche un the o un whisky, offerti gratis! Quando il sole è tramontato il libro ha perso colore facendo cadere nel buio totale la sala cinematografica. Sei rimasto solo tu. Ad attendere un seguito che non verrà. Risucchiato dentro la campana visionaria. Hai fame ma sei senza soldi e ti addormenti. Con le immagini dello scrittore che rispondeva alle domande dei 7/8 avventori e le parole del libro che riecheggiano nella mente. Quando il sole fa un timido capolino nella fessura della campana… apri il libro per continuare il film da quella pagina di smarrimento. Da quella assenza di traccia di copie di quell’autore.
posa
lenta
contro
il
mento.
Hai sfogliato le pagine e trovato sempre lo stesso
segno. Bianco. L’inchiostro aveva perso colore: bruciato, decolorato in un bianco tutto simile a una pura carta di quaderno. Era tutto solo un sogno, mondo ladro? Ridammi il libro, oh mondo capo volto!
di C.Modena S.Mola G.Ventura