Luca Enoch per Traspi.net
Aprile 28, 2011 in Medley da Tomas
Il suo cognome richiama alla memoria l’ Antico Testamento, la Genesi, dove si incontra per la prima volta associato al primogenito di Caino, che costruì pure una città in suo nome, ed infine lo si trova anche come padre del famoso Matusalemme (nonno di Noè), vivendo però solo circa un terzo rispetto al proprio ben più longevo discendente. Nomen Omen si potrebbe azzardare, pensando alla sua passione per l’ inserimento di piccoli particolari legati ai miti antichi fin dai suoi inizi fumettistici. Luca Enoch nasce a Milano il 12 giugno 1962, è sceneggiatore e disegnatore, collaborando con la Sergio Bonelli Editore dalla fine degli anni Novanta. È tra i più innovativi, sia per stile che per le tematiche trattate. Inizia la sua carriera sulle pagine della rivista L’Intrepido, dove dà vita al personaggio di Sprayliz, capostipite di una serie di eroine al femminile. Prima che Sprayliz si conquisti brevemente un albo tutto suo edito da Star Comics, crea le serie Ninja Boy e Skaters. In seguito in Bonelli si occupa di alcune storie di Legs Weaver, mentre nel 1999 inaugura Gea, la serie che narra le avventure di una giovanissima musicista in lotta contro le forze del male, realizzandone, come ormai consuetudine, sia testi che disegni. Lavora a quattro mani con il disegnatore Mario Alberti approdando in Francia con Morgana, mentre la sua ultima creatura è la feroce guerriera e viaggiatrice temporale Lilith, protagonista degli albi semestrali omonimi editi da Bonelli. Enoch in una intervista si professa “epigono” nel bene e nel male di Andrea Pazienza e Magnus, suoi Maestri per eccellenza. Personalità così forti con stili così peculiari che spesso si rischia di venire schiacciati. Per questo cerca sempre di staccarsi da loro, di acquisire uno stile proprio, ma confessa di continuare ancora a disegnare gli occhi in stile paziano, o fa notare che particolari come le mani ricordano Magnus. Ma tornando alle sue opere, facciamogli qualche domanda per conoscere meglio il suo lavoro e cosa ci proporrà in futuro.
Cominciamo da Sprayliz, creata nel 1992 per l’ Intrepido. Elizabeth Petri, liceale, graffitara in perenne lotta con il potere ed i suoi abusi. Che ricordo ne hai ? Son passati 20 anni ma i temi trattati sono tuttora attualissimi o sbaglio ?
Magari tu sbagliassi ed invece nulla di nuovo sotto il sole. Le dinamiche tra chi gestisce il potere e amministra la cosa pubblica, da una parte, e i cittadini dall’altra sono sempre le stesse. Qui a Milano abbiamo un sindaco in messa in piega perenne e un vicesindaco che fa un vanto della sua capacità di mantenere l’ordine e riesce solo a recintare gli spazi pubblici e a reprimere espressioni artistiche dei giovani come i writers. L’episodio in cui lui assiste di persona alla condanna di un gruppo di graffitari mentre ripuliscono i muri che hanno “sporcato” sarebbe stato perfetto per una storia di Sprayliz.
Con un finale diverso…
Hai partecipato anche ad alcune storie di Legs Weaver, forse è il lavoro che ti ha meno segnato o ne conservi comunque un buon ricordo ?
Le due storie che ho disegnato su sceneggiatura di Antonio Serra e le tre che ho scritto personalmente mi hanno insegnato a muovermi nel formato bonelliano, cosa che è stata essenziale per i miei successivi personaggi, Gea e Lilith.
Di Morgana ti sei occupato solo della sceneggiatura, il progetto Gea ti assorbiva troppo tempo…
Morgana è nata disegnata da Mario Alberti, che è anche co-autore dei testi. Non è mai stata prevista una mia partecipazione ai disegni. A livello visuale creavo degli storyboard dettagliati che a Mario servivano come punto di partenza per il decoupage della tavola.
Con la Casta dei Baluardi, di cui Gea fa parte, sei riuscito a sbizzarrirti presentando come sempre gli attuali malesseri sociali, senza dimenticare mai il particolare per le citazioni ed i vari richiami alla mitologia ed all’ esoterismo. 18 albi con una conclusione, un Manga italiano davvero ben fatto
La storia di Gea è un romanzo di formazione; lei parte con una consapevolezza pari a zero e man mano impara a conoscere e utilizzare i propri poteri e a comprendere il grande gioco in cui si è trovata immersa. Inizia come una ragazzina rockettara e casinara e finisce come una leader spirituale del Nuovo Mondo.
Infine non ci resta che Lilith, il mio personaggio preferito. Per chi ama la storia, la fantascienza e l’ avventura è un albo da non perdere, con la bella protagonista alle prese con viaggi temporali alla ricerca del Triacanto da eliminare, un parassita alieno che, nel futuro mondo della cronokiller, segnerà la fine del predominio umano sulla Terra. Più passa il tempo e più si potrebbe arrivare a tifare per il parassita, o sbaglio ? Quale ucronia ti augureresti nella nostra quotidianità ?
Così come in Gea, i cattivi non sono necessariamente i “veri” cattivi”; oppure no, vi sto solo sviando. Il Triacanto è veramente un figlio di buona donna! Sto pensando a un’ucronia contemporanea ma trovo difficile collocarla nel nostro presente; piuttosto a metà del secolo scorso, in piena seconda guerra mondiale alternativa.
Hai sempre scelto forti e belle eroine come protagoniste delle tue opere, solo colpa del fascino femminile ?
Creando caratteri femminili così forti e nello stesso tempo vulnerabili, mi illudo di conoscere l’universo femminile e di poterlo padroneggiare. Vana chimera dell’autore misogino…
Oltre a Lilith, sono un affezionato lettore di Dylan Dog, ci sarà mai la possibilità di vederti tra le sue firme ? Hai visto il film ?
Chi può dirlo? Non sono un lettore dell’indagatore dell’incubo e sono sempre stato un autore geloso delle mie creazioni. Magari una storia in qualche Dylan Color Fest, in futuro, potrebbe scapparci… Ma finché disegno Lilith ho tempo solo per scrivere.
Nel tuo blog elenchi una serie di citazioni davvero illuminanti, un crimine non poterle citare tutte, ma direi che le prime 3 disegnano probabilmente il tuo modo di vedere te stesso ed il tuo lavoro…
Crebbi incrostato di grafite e arcobalenato di pastelli.
(Chaim Potok, “Il mio nome è Asher Lev”)
Ho avuto la fortuna di unire mestiere e passione, che secondo Stendhal equivale alla felicità.
(Roland Barthes)
Le cose che esistono già
non c’è bisogno di disegnarle.
Io ne disegno di nuove
e mi diverto a guardarle.
(Gianni Rodari, “Il pennarello”)
Potok, Barthes e Rodari. Tre ricostituenti per l’anima… Tre citazioni che definiscono splendidamente la meraviglia della creatività e la fortuna di poterla esercitare.
Un’ altra bella citazione deriva da un proverbio navaho, “È impossibile svegliare chi fa finta di dormire.” Pensi che siamo arrivati davvero a questo punto in Italia ?
E come altro si potrebbe comprendere e giustificare chi ancora supporta il Vecchio Priapo Rifatto, se non con un’assoluta sospensione del giudizio e una lealtà fasulla e interessata? Non si potrebbe spiegare neppure con l’odio per la Sinistra. Questa sinistra non fa più paura a nessuno… semmai un po’ di tristezza.
Ringrazio Luca Enoch per la cortese disponibilità e magari ci si risentirà al suo prossimo programma da protagonista.
Blog Luca Enoch su Il Cannocchiale
I suoi personaggi femminili
Sprayliz: Sito Sprayliz
Gea: GEA – Bonelli Editore
Morgana:
Morgana – Pavesio
Lilith: Lilith – Bonelli Editore
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di Tomas