Lucarelli vuole un Toro assatanato
Gennaio 16, 2002 in Sport da Giovanni Rolle
La giornata a targhe alterne ha creato qualche problema anche ai calciatori del Torino, che ieri pomeriggio sono arrivati al campo di allenamento a scaglioni. Ad Orbassano era presente anche una troupe di Telepiù, venuta per una doppia intervista a Lucarelli ed Asta. Divertente il siparietto con il capitano, il quale ha rievocato i tempi in cui, all’inizio della carriera, era costretto a sbancare il lunario facendo il barista a Milano: “Facevo caffè e cappuccini e li portavo negli uffici. Anche in quelle occasioni ero abbastanza svelto”. L’esterno di Alcamo ha naturalmente affrontato anche temi più contingenti, ammettendo di fare un pensierino alla Nazionale e di essere turbato dal problema del contratto: “A giorni il mio procuratore si incontrerà con la società per discutere il rinnovo. Il mio desiderio e di rimanere granata e mi auguro che le cose si risolvano per il meglio, anche perché questa telenovela incomincia a stancare i tifosi”.
Infine, Asta ha parlato della trasferta di sabato sera a Brescia: “Ci aspetta una squadra in salute, come ha dimostrato battendo la Roma in Coppa Italia e con il pareggio di domenica scorsa a San Siro, dove la squadra di Mazzone ha concesso pochissimo ai rossoneri. Potendo scegliere, preferirei che Baggio non giocasse, soprattutto per la sua abilità sui calci di punizione che per lui sono come dei rigori”.
Su Baggio la pensa diversamente Lucarelli, il quale mostra la consueta spavalderia: “Meglio che Baggio giochi, così se dovessimo vincere nessuno potrà sminuire la nostra impresa. Come al solito saliremo sul pullman con l’obiettivo di portare a casa i tre punti, anche il Brescia è una squadra da prendere con le molle, come ha dimostrato la gara di andata. Tuttavia, anche un pareggio sarebbe positivo, perché servirebbe a tenere il Brescia alle nostre spalle. Come organico, la squadra di Mazzone ha forse qualcosa in più delle altre, ma credo che anche loro dovranno lottare fino alla fine per guadagnarsi la salvezza”.
L’attaccante livornese ha anche spiegato come è riuscito a dare la scossa ai compagni nell’intervallo della partita con l’Udinese: “Li ho visti un po’ abbattuti dopo il pareggio dei friulani ed allora ho detto che chi aveva paura poteva dare la palla a me. Comunque, il Toro non ha bisogno di leader ma di undici giocatori assatanati che vadano in campo per randellare. Credo fermamente nella salvezza perché siamo un gruppo molto unito, che mi ricorda molto quello del Lecce. Ringrazio Ferrante per avermi lasciato calciare il rigore, anche se sono convinto che anche lui non avrebbe sbagliato”.
di Giovanni Rolle