Lucrezia Borgia
Aprile 1, 2008 in Spettacoli da Stefano Mola
Parafrasando, chi ha paura di Lucrezia Borgia? Ai tempi, probabilmente, molti. Ora forse meno, per quanto il noir, anche solo visto e non vissuto, non lascia mai indifferenti. Se volete provare l’effetto che fa a voi, non vi resta che recarvi al Teatro Regio. Giovedì 3 Aprile alle ore 20:00 si alzerà per la prima volta il sipario sull’omonima opera che Gaetano Donizetti scrisse su libretto di Felice Romani, a sua volta ispiratosi al campione del romanticismo Victor Hugo (quest’anno nume tutelare della stagione del regio, visto che ancora fresco è il ricordo del verdiano Rigoletto, che pure lui prende le mosse dalle parole del titano d’oltralpe).
La parola melodramma si appoggia su quest’opera come su uno splendido vestito da sera su una bella donna. Prima di tutto per la parte melo: Donizetti è praticamente sinonimo di belcanto. Lasciamo la parola a Bruno Campanella che dirigerà l’opera: È il migliore, non ho alcun dubbio! Io amo molto la cosiddetta Trilogia delle Regine, ovvero Anna Bolena, Maria Stuarda e Roberto Devereux; accomuno Lucrezia Borgia allo stile delle “Regine”, direi soprattutto al Devereux, in modo particolare per quanto riguarda la condotta musicale: non ci sono grandi arie famose come in Lucia, non ci sono picchi virtuosistici ma è tutto importante, tutto di grandissimo livello. Penso, ad esempio, al concertato finale del Prologo, quello nel quale ognuno accusa la Borgia: è un punto musicalmente bellissimo, dove emerge anche la psicologia di ogni personaggio (dall’intervista che il maestro ha rilasciato a Susanna Franchi per il sempre ottimo Sistema Musica).
Quanto alla parte dramma, non ci manca proprio niente. Un figlio dice alla madre mascherata di non averla mai conosciuta. Lo stesso figlio con allegri compagni sfregia lo stemma della madre (non poteva saperlo, e poi si sa che quando si è giovani si scrive sui muri) la quale si irrita alquanto e chiede al marito (il numero quattro della serie) la giusta strage dei colpevoli, salvo pentirsi dopo aver saputo che uno di loro è sangue del suo sangue. Il magnanimo consorte le offre solo di scegliere in qual modo giustiziare il disgraziato. Trattandosi di Lucrezia Borgia, ovviamente si opta per il veleno, visto che magari oltre a quello si conosce anche l’antidoto. Non si fa i conti con l’orgoglio scriteriato della gioventù: lo sventurato, per solidale senso dell’onore e nonostante la madre si riveli come madre, rifiuta e muore. Può bastare? Noi crediamo di sì.
Il tutto sarà illustrato dalle ambientazioni tardo-rinascimentali di Angelo Sala e dai costumi di Cristina Aceti, per la regia di Francesco Bellotto (allestimento in coproduzione con il Bergamo Musica Festival «Gaetano Donizetti» e l’Ente Concerti «Marialisa De Carolis» di Sassari). Veniamo al cast vocale. Non potremo avere il debutto di Fiorenza Cedolins nel ruolo della protagonista, causa improvvisa indisposizione. Al suo posto Dimitra Theodossiou, che ha già interpretato Lucrezia nella stessa produzione andata in scena lo scorso novembre al Festival Donizetti di Bergamo. Il ruolo en travesti di Maffio Orsini sarà affidato al contralto statunitense Kate Aldrich. Gli altri strepitosi sono José Bros, tenore dal bellissimo timbro e dalla tecnica eccellente, nel ruolo di Gennaro e Michele Pertusi in quello di un lussuoso Don Alfonso. Il Coro del Teatro Regio è diretto da Claudio Marino Moretti.
La trasmissione Prima della Prima di Rai Tre dedicherà alla produzione la puntata che andrà in onda Martedì 15 Aprile.
INFORMAZIONI
Dieci recite, dal 3 Febbraio al 16 Aprile
Per informazioni e vendita biglietti
Biglietteria del Teatro Regio
Piazza Castello 215
Tel. 011.8815.241/242
[email protected]
www.teatroregio.torino.it
di Stefano Mola