L’uomo dei sogni
Febbraio 28, 2007 in Racconti da Tiziana Fissore
Si racconta in paese di un uomo che riusciva, nei primi anni del novecento, chissà con quale arte alchemica, a realizzare i sogni.
Lavorava nell’abbaino della sua casa soprattutto di notte, così almeno racconta la gente, che passando vuoi di ritorno dal lavoro o da una festa vuoi per recarsi al lavoro o perché soffriva d’insonnia notava costantemente la piccola luce accesa.
Chi fosse nessuno lo seppe mai. Era arrivato una mattina di gennaio ed aveva preso possesso della piccola casa disabitata che diceva aver ricevuto in eredità. Aveva l’aspetto di un vecchio scienziato o di un filosofo ma anche di uno scrittore, un poeta, un pittore; lui si definiva ‘l’uomo dei sogni’.
La gente pensò che fosse un po’ svitato ma il suo buon carattere fece sì che le persone si fidassero di lui e gli raccontassero le loro pene, le loro aspirazioni e i loro sogni irrealizzabili.
Un giorno all’osteria incontrò un ubriaco che gli confidò di essere un pittore. L’uomo era molto scoraggiato perché non aveva i soldi per comprare colori buoni per dipingere e si limitava a destreggiarsi col carboncino.
L’uomo dei sogni, il giorno dopo, si affacciò alla finestra e guardò il cielo poi con uno dei suoi artefici riuscì a mettere in una bottiglia i colori dell’arcobaleno e disse: “Grazie cielo”, poi andò nel parco, si era d’autunno, e prese una manciata di foglie gialle, rosse, viola e un pugno di terra e disse : “Grazie amici alberi, grazie amica terra” e mise il tutto nella stessa bottiglia; la notte poi attese la luna e quando comparve ne catturò un raggio che andò a miscelare con la luce delle stelle e la bottiglia si tramutò in una palla di colori luminescenti ricca di piccoli diamanti e lui disse: “Grazie luna, grazie stelle”.
Il giorno seguente andò all’osteria in cerca del pittore ma l’uomo non c’era, domandò al barista dove potesse trovarlo e avuto l’indirizzo andò a trovarlo. La porta era aperta e l’uomo sdraiato ubriaco su di un letto lercio; l’uomo dei sogni lo svegliò e gli disse: “Finché ti lascerai andare alla disperazione non otterrai nulla, se vuoi realizzare qualcosa devi saper sognare….vedi…io lo so fare e ti ho preparato i colori di cui hai bisogno”.
L’ubriaco prese la bottiglia ne versò il contenuto in un piatto ed intinse il pennello che prese a scorrere con leggerezza sulla tela. Sembrava che andasse da solo ed in breve il quadro prese vita: mai si era visto un paesaggio così bello, i colori così veri, vivaci e tenui allo stesso tempo, illuminati da una luce vivida, inoltre man mano che il colore veniva versato ne cresceva dell’altro nella bottiglia. Il pittore rimase fulminato dal risultato e quando si girò per parlare con l’uomo non lo trovò più ma voleva ringraziarlo per l’aiuto anche perché così aveva la possibilità di dipingere altri quadri. Andò dunque alla casetta dell’uomo, bussò e quando il vecchio apparve sulla porta gli disse:”Ma cosa è successo? Lei mi ha salvato perché ora posso dipingere e non mi sento più una nullità?Quei colori sono particolari, hanno una magia,mi dica cosa sono in realtà?”.
L’uomo sorridendo rispose: “Vedi nulla è cambiato, semplicemente ora vedi tutto con occhi diversi e sei diventato padrone della tua vita perché nei hai catturato l’essenza”.
Un’altra volta ‘l’uomo dei sogni’ incontrò in riva al mare un uomo che piangeva e gli domandò che cosa avesse di così grave per disperarsi tanto. L’uomo rispose che era un musicista, soprattutto un compositore e che non riusciva più a comporre, era veramente disperato perché non riusciva più a percepire i suoni come un tempo e a tramutarli in musica.
‘L’uomo dei sogni’ gli disse: “Non disperarti, vieni qui domani alla stessa ora e qualcosa succederà”.
Raccolta una grossa conchiglia ‘l’uomo dei sogni’ si avvicinò all’acqua e ne raccolse il moto perpetuo dell’onda e disse: “Grazie mare”, poi andò in un bosco e ne fece confluire i suoni quali il canto degli uccelli e quello di un ruscello, lo stormire del vento tra le foglie, la fuga di animaletti sotto le foglie cadute, disse: “Grazie bosco” .
Andò poi al mercato che aveva luogo sulla piazza del paese e registrò, all’interno della conchiglia, le grida dei venditori, il brusio della gente e dei veicoli e disse:”Grazie umanità”..
Di ritorno passò da una cascina e catturò le voci dei vari animali:mucche, pecore, cavalli, oche e così via, e disse: “Grazie amici animali”.
Il giorno dopo ritrovò il musicista al solito posto e gli disse: “Avvicina la conchiglia all’orecchio”.
“Ma che dice, sono solo dicerie…non si sente il mare”ribatté l’altro uomo.
“E tu fallo lo stesso” disse ‘l’uomo dei sogni’.
Il musicista questa volta non si ribellò e accostò l’orecchio alla conchiglia. La sua espressione mutò cercò un pezzo di carta per sistemare su di un anonimo pentagramma delle note ed in breve nacque una melodia unica, che sapeva di vita e di tutte le sue sfumature.
Il musicista guardò l’uomo accanto a lui e gli disse:” Ma come hai fatto ad avere la musica del mondo in questa conchiglia?!”
“La musica del mondo è dentro di te” gli disse ‘l’uomo dei sogni’ “non stancarti mai di cercarla” e se ne andò.
Un altro giorno i vicini di casa dell’uomo dei sogni gli fecero una confidenza: stavano per separarsi. L’uomo si rabbuiò e disse loro:” Stasera, quando avrete messo i bimbi a letto venite da me”.
E così fecero. Li fece salire nella sua soffitta e disse loro di rilassarsi e di guardare sulla parete. Apparvero come d’incanto dei bambini lungo un corridoio triste e lugubre, i bimbi si tenevano per mano e si vedevano solo di schiena; ad un certo punto si voltarono ed avevano il viso pieno di lacrime.
“Sono i nostri figli” dissero in coro marito e moglie “ma come è possibile se li abbiamo lasciati nei loro letti che dormivano?!” Erano allibiti.
“Sono i vostri figli in un prossimo futuro se voi vi lasciate….ripensateci bene da una vostra scelta dipenderà la vita di altre due creature…voi vi amate ancora…non permettere alla stanchezza, all’egoismo, alla gelosia di distruggere le vostre esistenze”.
I due si guardarono e quando discesero le scale le loro mani già si ricongiungevano.
Un mattino non si vide più il vecchio, tutto il paese lo cercò ma non si vide manco l’ombra dell’uomo dei sogni o meglio nella sua soffitta si trovò solo una….piuma bianca…..che fosse un angelo?
Tratto dalla raccolta ‘Favole per adulti’ di Tiziana Fissore
di Tiziana Fissore