L’urlo della coscienza
Febbraio 24, 2002 in Fotografia da Redazione
Anche se sono riferiti a cronache di mesi fa, i temi toccati da Marco Zuanelli sono di un’attualità scottante. Ancora in questi giorni così lontani dai fatti si trovano sui giornali memorie, polemiche, resoconti di nuove rivelazioni di ministri e alti nomi della politica e della giustizia italiana. Ciò che è successo a Genova durante il vertice dei G8 è stato di una gravità inaudita, ha urtato la coscienza della gente comune aprendo ferite che non saranno riparate se non in tempi molto lunghi.
Ma che c’entra il G8 con la Fotografia, tema portante della nostra rubrica? Apparentemente nulla, sennonché è tramite la Fotografia, questa volta, che si esprime il disagio provocato da ciò che è successo.
Una mostra fotografica, “Speciale G8” di Marco Zuanelli, è esposta in questi giorni presso Verovinile per urlare tutta l’indignazione verso gli episodi di violenza che hanno caratterizzato l’avvenimento.
Immagini apparentemente innocue se osservate da lontano, si rivelano scioccanti a un’analisi più ravvicinata. Non vere e proprie fotografie, le opere di Zuanelli sono in realtà un “collage” (un “fotomontaggio”, si sarebbe detto in tempi più remoti), di simboli. Oggetti ludici, simboli sacri e icone del mondo della gente comune vengono deturpati, dissacrati, irrisi dall’accostamento violento con immagini riprese a Genova durante gli scontri del G8.
Il poliziotto ripreso durante una fase violenta della guerriglia diventa un irriverente e sgraziato calciatore; succulenti salami e innocenti palloni colorati assistono impotenti al saccheggio e alla distruzione di negozi e di vite umane, e dalle vetrine spuntano azioni degne più di “arancia meccanica” che non di una normale azione di polizia. Il biliardino (il “calciobalilla” della nostra infanzia) diventa campo di gioco, spartito tra i “cattivi” neri e i “buoni” azzurri, che oppongono un efficace sbarramento soltanto in prossimità della zona gialla e rossa, dove, scrive Adelinda Allegretti, “si inizia veramente a giocare”. E la “partita” viene giocata non a caso su un mazzo di banconote del valore di molti milioni, tra due simboli del potere politico e religioso che sembrano giustificare l’azione.
Le “foto – non foto” di Zuanelli sono 8 immagini perfettamente riuscite nel loro intento: l’urlo che ne scaturisce non è meno forte dell’urlo dei manifestanti né di quello della carica della Polizia.
Di fronte a simili immagini, l’aspetto fotografico passa in secondo piano. Non si può cercare un confronto con la fotografia tradizionale, non ha senso criticare la corretta messa a fuoco, o la composizione dell’immagine; in compenso è attraverso l’immagine che si percepisce il clamore della battaglia, la concitazione dell’avvenimento.
È consigliata una visita alla mostra per ascoltarlo, questo urlo, e per giudicare con la propria coscienza il messaggio forte lanciato da Zuanelli.
Riteniamo inoltre degna di lode l’opera degli organizzatori, che favorisce la “dispersione” sul territorio di simili iniziative. Si spera che portando la fotografia vicino alla gente si possa ottenere il duplice effetto di “iniziare” la gente alla cultura fotografica e di valorizzare l’opera di fotografi e artisti anche al di fuori delle “accademie” di settore.
Speciale G8
di Marco Zuanelli
Verovinile Dischi
V. Principe Tommaso 49, Torino
La mostra prosegue sino al 26/2/2002
orario 10.30 – 19.00, chiuso lunedì.
di Paolo Bologna