Marcia, Torino s’infiamma
Ottobre 10, 2002 in Sport da Federico Danesi
La Coppa del Mondo di marcia approda per la prima volta in Italia e lo fa nel modo più spettacolare, in uno scenario inedito. Non uno stadio, non un parco cittadino, come sarebbe stato più logico pensare, ma il salotto buono della città, un circuito di due chilometri tra piazza Castello e piazza Carlo Felice, lungo via Roma.
Due giorni di grande spettacolo, con la doppia gara sulla 20 chilometri (maschile e femminile) al sabato e la 50 chilometri maschile domenica mattina, più di cinquanta nazioni rappresentate per oltre trecento atleti. Il tutto per celebrare un evento fortemente voluto da Primo Nebiolo, indimenticato presidente della Iaaf che Torino ha sempre avuto nel cuore, ma anche per ricordare che proprio nella nostra città, settantotto anni fa, si celebrarono i primi Campionati Europei di Atletica Leggera della storia. Uno sforzo notevole, quello dell’organizzazione, facilitato dalla solita lungimiranza di Regione, Provincia e Comune che, almeno dal punto di vista dello sport, non si fanno mancare proprio niente, tanto che, a ragione, il Piemonte è considerato regione all’avanguardia in Italia, grazie soprattutto ad assessori competenti come Racchelli, Accossato e Montabone.
La marcia, specialità che all’Italia nella storia ha regalato molte emozioni e tante medaglie, dai sei ori olimpici ai cinque europei, passando per i quattro mondiali, rischia l’estinzione, almeno secondo quanto vorrebbero fare alcuni dirigenti del Cio. Gianni Gola, presidente della Fidal, ha smentito che possa avvenire, almeno in tempi brevi, ma intanto questa può essere, non solo per l’Italia, un ulteriore occasione per dimostrare la bontà di un movimento e di uno sport che ha necessità di sopravvivere.
La nazionale azzurra di Sandro Damilano si presenta all’evento forte del recente bronzo europeo ottenuto da Erica Alfridi a Monaco. Più che al successo individuale l’Italia punta decisa a quello a squadre, nel quale è lotta annunciata soprattutto con la Russia. Russi, infatti, sono i favoriti nella 20 maschile (Burayev e Rasskazov, oltre ai messicani Lopez ed Hernandez e allo spagnolo Molina), russe le numero uno nella 20 femminile (Ivanova e Nikolayeva, più l’australiana Saville e l’irlandese O’Sullivan, quella che contese il bronzo alla Alfridi a Monaco), russi quelli che dovrebbero dominare la 50 (Skurygin, Matyukhin e Voyedinov). Gli azzurri puntano soprattutto sul cuneese Civallero, Gandellini e Giungi nella 20, Brugnetti e Galdenzi nella 50, la Alfridi e le piemontesi Rigaudo, Perrone e Giordano nella gara femminile.
di Federico Danesi