Mariella Lentini parla del calciatore Alessio Gherlone con Traspi.net
Settembre 1, 2011 in Libri da Cinzia Modena
Titolo: | Alessio Gherlone. Tunnel sì, ma sul campo |
Autore: | a cura di Mariella Lentini |
Casa editrice: | Espansione Grafica |
Prezzo: | € 15,90 |
Pagine: | 172 |
A volte i miracoli avvengono. Anche in quel mondo fatto di contraddizioni quale quello del calcio. Uno sport che regala un sogno a migliaia di persone ogni domenica almeno. Procura quella tensione fatta di aspirazione alla vittoria e di adrenalina, portata dal semplice atto di tifare di fronte a un monitor o seduti allo stadio.
22 uomini, un campo e una palla. L’obiettivo è segnare calciando la palla. L’obiettivo è vincere facendo GOOAAAALLLL!
Un ragazzo poco più che adolescente ha vinto una partita molto importante, quella con la sua vita, uscendo da un coma post incidente stradale. E’ riuscito a tornare a vivere nel senso pieno del termine, e a calpestare di nuovo quel prato verde che l’ha visto crescere e percorrere tappe di una carriera significativa. L’ultima di queste era stata diventare una promessa del Novara. Serie A.
E’ una storia, quella di Alessio Gherlone, come capita di sentire ogni tanto. Forse. Forse questa storia è speciale. Significativa perchè ha un ruolo importante la fede e perchè proviene da quel mondo calcistico che alla prima di campionato non si è presentato sul campo per incomprensioni tra calciatori e presidenti.
Parliamo di Alessio con la giornalista Mariella Lentini che ha curato la stesura del libro in cui il giovane astigiano si racconta e parla della sua esperienza traumatica. Una storia che corre sulle autostrade, veloce, e si ferma di notte. Una notte, un sabato sera. Per un incidente d’auto dopo essersi divertito con gli amici in discoteca.
Mariella, raccontaci chi è Alessio Gherlone.
E’ un ragazzo astigiano, diventato da poco maggiorenne. Una promessa del calcio approdato al Novara (formazione Primavera) grazie alle sue doti di centrocampista. Per Ale il campo da calcio è lo spazio ideale dove esprimere la gioia di vivere. Mentre era in vacanza a Rimini, dopo un incidente stradale entra in coma per 19 giorni. Grazie alle cure dei medici e alle preghiere si sveglia e riprende la sua carriera sportiva.
Come ha fatto a trovare la forza per uscire da una situazione così critica per un giovane nel pieno di un’ondata di soddisfazioni professionali nel mondo del calcio. E in piena salute. Quali sono stati i fattori che hanno guidato la sua ripresa dal tunnel dell’incidente?
La famiglia unita, papà Pier Paolo, mamma Stefania, la sorella Martina, i nonni, gli amici tutti, i bravissimi medici che lo hanno seguito e la grande fede. Dopo questa esperienza ha capito il valore della vita e tutte le sere riconoscente prega e ringrazia Dio. Se un giocatore di calcio come Ale decide di comunicare a tutti la propria fede, diventa una luce capace di affrontare le tenebre, anche tirando calci ad un pallone, proprio come Kakà e Nicola Legrottaglie.
Oggi ha ripreso a giocare a livello professionale come prima?
Ale ha ricominciato ad allenarsi con la formazione Primavera del Novara. Il suo recupero è stupefacente e migliora di giorno in giorno.
Di solito, proprio in campo sportivo, si dice che chi ha avuto la forza di superare situazioni negative o critiche sia più forte di prima e dei suoi avversari. Come vedi Alessio oggi?
E’ un ragazzo più maturo della sua età, coraggioso, ma anche molto buono e umile. Sa aspettare se occorre, il proprio turno, con pazienza. Nel frattempo ce la mette tutta. E’ vero, adesso ha una marcia in più perché deve lavorare il doppio. Ale ha vinto la partita più grande e come Gianluigi Lentini si è svegliato dal coma ed è tornato a giocare. Ora il traguardo è tornare ad essere un campione.
Cosa ti ha colpito in questa giovane speranza del Novara?
La sua bellezza fisica e interiore. E’ alto e veste alla moda. Ha occhi grandi, scuri, profondi. Di poche parole, ma quello che dice colpisce. Durante l’intervista per il libro, per esempio, ha spiegato che non approva il comportamento di certi suoi amici che trattano male i propri genitori.
Perchè Alessio ha manifestato la voglia di raccontarsi?
Incoraggiato da Papà Pier Paolo e dalla Casa Editrice “Espansione Grafica” di Castell’Alfero d’Asti che ha creduto tantissimo in questo libro, Ale ha voluto scrivere una lunga lettera d’amore a chi gli è stato vicino durante un periodo buio della sua vita, anche per incoraggiare chi come lui attraversa un momento difficile. Il suo esempio è importante per capire che le prove della vita si possono superare e che non si deve mollare mai. “Tunnel sì, ma sul campo” è un libro a lieto fine pubblicato per festeggiare una vittoria sul campo della vita.
Quali messaggi il giovane ha voluto trasmettere ai suoi coetanei attraverso il suo racconto? E ai più grandi?
Ai giovani dice: amate la vita, difendetela, proteggetela, siate responsabili, usate la testa, quando andate in automobile allacciate le cinture, non parlate al telefonino, non bevete alcolici, non assumete sostanze stupefacenti, non andate forte. La stessa sorella Martina lo ribadisce nella sua commovente lettera – pubblicata nel libro – dove esprime tutto il suo amore per il fratello: “… la vita è un regalo troppo prezioso, perché rovinarla agli altri o a se stessi per un ‘negroni’ in più?”. Ai più grandi: con una famiglia unita si è più forti. Se mamma e papà si amano per un figlio raggiungere il successo – da quello professionale a quello affettivo – è più facile.
Mariella, come hai inteso comporre il libro? Tra le pagine ci si imbatte negli amici di Ale, in frasi di personaggi importanti, in testimonianze di sportivi come Lentini che hanno avuto esperienze simili a quella del giovane e una sua intervista conclusiva.
Si trattava di raccontare la storia vera di un ragazzo attraverso il suo mondo. Le frasi di personaggi famosi (da Aristotele a Sant’Agostino e San Paolo, da Gandhi ad Einstein, a Cassius Clay, Giovanni Pa
olo II, Madre Teresa di Calcutta, Raoul Follereau, Erich Fromm, Don Bosco fino a Gianna Nannini con le parole di Un’estate italiana) sono servite a rafforzare i vari messaggi, capitolo per capitolo: il valore dello sport per i giovani e per i tifosi, la passione per il gioco del calcio, la fede e la preghiera, l’amicizia, la speranza, l’ottimismo, la gioia di esistere.
Quale idea di fondo ti ha guidato o vi ha guidato…
L’idea che leggere un libro può cambiare la vita di una persona come è stato per il giovane Karol Wojtyla con gli scritti di San Giovanni della Croce. Il desiderio era quello di poter parlare ai giovani, figli del benessere, spesso confusi e disorientati. Ho chiesto aiuto a Sant’Antonio da Padova e al Cielo di guidarmi in questa importante impresa, così ho trovato ispirazione e parole.
Nel libro ben due capitoli sono dedicati al mondo di facebook. Quale ruolo ha avuto?
Stupefacente e fondamentale. per la comunicazione facile e veloce di buoni sentimenti come la solidarietà e la gioia. Grazie a facebook un’intera comunità si è mobilitata per dare forza ad Alessio e alla sua famiglia: un appoggio fatto di preghiere, incitamenti, affetto. E di questo Alessio è molto riconoscente.
Il libro si compone di diversi interventi tra cui quelli dei medici che lo hanno avuto in cura. Cosa emerge dalle loro considerazioni?
Che la medicina fa passi da gigante e molte più vite umane possono essere salvate. Ma anche il rapporto umano, la fiducia, l’empatia tra medico e paziente e la collaborazione da parte della famiglia sono fondamentali per la guarigione.
E’ presente anche Luca Stefanini, medico sociale della Juventus e che segue Alessio nel recupero della forma fisica…
Le parole del Dott. Stefanini sono come pietre miliari per Alessio: “Con l’allenamento tanti possono diventare atleti, ma se si desidera essere un campione occorre avere doti innate che devono essere unite alla passione e all’impegno. Alessio ha talento, passione e volontà: qualità necessarie per un vero campione”.
Quale parte di questo libro è stata la più difficile da curare?
L’introduzione ha richiesto molto impegno nell’intento di dire molte cose in poche pagine così come la ricerca minuziosa di aforismi, preghiere, poesie di personaggi famosi a completamento di ogni capitolo. La parte dedicata alle preghiere e ai santuari mariani ha richiesto capacità di sintesi. Ma la pagina 142 è stata la più difficile: “Emozioni” dove descrivo l’amore di Ale per il calcio.
Un aneddoto che entrambi ricordate con piacere?
L’intervista ad Alessio. Era la prima volta per lui. E’ stato emozionante anche per me. Due ore di colloquio piacevolissimo e non lo avevo mai incontrato prima anche se anch’io, emotivamente coinvolta, come tanti altri, avevo pregato per il suo risveglio. E le trasferte presso librerie e redazioni di radio, quotidiani e tv private per parlare di “Tunnel sì, ma sul campo”. Partiamo come in missione e ogni volta è entusiasmante.
di Cinzia Modena