Mario Soldati – Geniale torinese del ’900
Dicembre 13, 2006 in Cinema da Pierluigi Capra
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Mario Soldati ed è giusto ricordare questo illustre torinese.
Una mostra al Circolo dei lettori di via Bogino 9 a Torino è aperta fino al 30 gennaio 2007. Un’altra mostra virtuale dedicata a Soldati la si può trovare sul sito del quotidiano della nostra città La Stampa.
Ma chi è stato questo “grande” sempre in pace con se stesso e a suo agio con la vita?
Versatile e geniale come scrittore, regista, sceneggiatore, autore televisivo, Mario Soldati è da tutti definito il grande descrittore dell’Italia del ’900.
Anche sul piano letterario si cimentò con diverse forme di espressione del pensiero e della narrazione. Ha composto diari di viaggio e romanzi ha scritto per il teatro, si è cimentato tanto con i racconti che con i documentari.
Fu testimonial pubblicitario di un noto vino e regista cinematografico con quel capolavoro assoluto che fu Piccolo Mondo Antico del 1941 ed Eugenia Grandet (1946) tratto dal romanzo di Balzac, interpretato da Alida Valli e Giorgio De Lullo.
Adattò per il cinema la commedia di Bersezio Le miserie di Monsù Travet (1947) e il romanzo di Moravia La provinciale (1953).
Diresse in tutto, sempre con sobrietà ed essenzialità espressiva, 28 film fra gli anni ’30 e ’50.
Ha persino recitato come attore con Peppino De Filippo nel classico Napoli milionaria ed accanto al grande Totò in Questa è la vita.
Memorabile il suo reportage televisivo sulla civiltà rurale e gastronomica dal titolo Vino al vino, del 1968, precorrendo i tempi. Fu un vero e proprio pioniere della televisione d’autore, esplorandone ogni potenzialità e indagandone l’impatto sociale.
I suoi celebri programmi Viaggio nella Valle del Po, alla ricerca dei cibi genuini (1957) e Chi legge? Viaggio lungo il Tirreno (del 1960, in collaborazione con Cesare Zavattini) costituiscono ancora oggi un modello d’indagine sul campo.
Senza dimenticare poi I Racconti del Maresciallo, del 1967, che anticiparono, nella fortunata versione televisiva, le varie serie che imperversano ancora nella TV di oggi.
Nato il 17 novembre 1906 a Torino. Compie i primi studi presso i Gesuiti, si laurea in Lettere (con una tesi in storia dell’arte con Lionello Venturi) e frequenta a Roma l’Istituto superiore di Storia dell’Arte.
A disagio nell’Italia fascista, dietro invito di Prezzolini, si trasferisce nel 1929 negli Stati Uniti dove prosegue gli studi e ha l’occasione di insegnare in un college fino al 1931.
Proprio negli Stati Uniti scrive il suo libro America, primo amore, resoconto romanzato delle sue esperienze oltreoceano che diventerà nel 1934 anche una sorta di fiction per lo schermo. Prima di partire per l’America però aveva già pubblicato nel 1929 sei novelle raccolte nel libro Salace e prima ancora, nel 1925, la tragedia in tre atti Pilato.
Vissuto a lungo fra Roma e Milano, ha trascorso la sua vecchiaia in una villa di Tellaro, nel golfo di Lerici, fino alla morte, avvenuta nel 1999.
Prolifica la sua opera di scrittore. Produsse una miriade di romanzi molto amati dal pubblico dei suoi lettori: “Ventiquattro ore in uno studio cinematografico” 1935; “La verità sul caso Motta” 1941; “Fuga in Italia “1947; “A cena col commendatore” 1950; “L’accalappiacani” 1953; Le lettere da Capri e “La confessione” 1955; “Il vero Silvestri” 1957; “La messa dei villeggianti” 1959; “Storie di spettri” 1962; “Le due città” 1964; “La busta arancione” 1966; “Fuori” 1968; “I disperati del benessere” (viaggio in Svezia), “Il meglio” e “L’attore” nel 1970; “Da spettatore” e “Un prato di papaveri” 1973; “Lo smeraldo” 1974; “Lo specchio inclinato” 1975; La sposa americana 1977; “Addio diletta Amelia” 1979; “L’incendio” 1981; “La casa del perché” 1982; “Lo scopone” 1982 e molti altri.
Fu fecondo in tutti i generi, dal racconto come “L’amico gesuita” del 1943 alle raccolte di Poesie “Canzonette e viaggio televisivo” del 1962, dalle fiabe illustrate “Il polipo e i pirati” 1974 alle novelle: “44 novelle per l’estate” del 1979, alle raccolte di scritti regionali come ad esempio “Regione regina” del 1987 dedicata alla Liguria.
Spesso la critica non ha saputo valorizzare e cogliere nell’insieme l’opera omnia di Soldati, la sua multiforme complessità, la sua capacità di riconoscere l’umana spontaneità, la sua natura di scrittore cosmopolita influenzato dalle frequentazioni con la cultura francese e anglosassone.
Enzo Biagi disse di lui “amava i cibi, come i paesaggi e le donne, le biblioteche e i quadri”.
Carlo Fruttero lo definì “scrittore di sguardo” e in effetti Soldati ebbe uno piglio educato alle arti figurative (frequentò assiduamente il Gruppo dei sei pittori di Torino), seppe tradurre in parola le emozioni e le sensazioni dell’animo con la precisione prospettica d’un paesaggio, fu abilissimo nel descrivere le cose inanimate.
Levigato e teso nello stile, non solo per inclinazione naturale, ma per scelta imposta, non si stancò mai di cogliere le policromie della provincia italiana con reputazione di mondanità.
La cultura di Soldati fu sempre in bilico tra una severa formazione gesuitica e una certa propensione al libertinaggio dell’avventuriero.
I personaggi di Soldati sono spesso colti nel momento della verità, in un gesto o in un atteggiamento che contraddice il loro essere: vili che diventano forti, intellettuali aggiogati alla schiavitù dei sensi, onesti che si corrompono per inezie. Si assiste alla dissimulazione dei sentimenti a casi di coscienza nati dal quotidiano e cresciuti fino a dimensioni aberranti.
Le menzogne di certi personaggi si infittiscono fino al punto da costituire una rete più resistente di qualsiasi verità.
Dotato di ironia e sarcasmo, mostrò disinvoltura nel trattare tematiche come la sessualità e l’omosessualità che, all’epoca, parevano troppo spregiudicate per il provincialismo della cultura italiana.
Ebbe una particolare predilezione per le terre del Piemonte dalle sponde del Po alla valle di Susa, dal lago Maggiore al lago d’Orta (dove ha ambientato un racconto Tentazioni pubblicato alla tenera età di 90 anni). Il primo e l’ultimo suo libro sono stati pubblicati, guarda caso, a Novara.
Numerosissimi i premi letterari prestigiosi che gli sono stati assegnanti nella sua lunga carriera. Fu Presidente del Premio letterario Bagutta, Presidente onorario del Circolo Pannunzio di Torino. Vinse tra li altri il San Babila nel 1949, lo Strega nel ‘54, il Campiello nel ‘70, il Viareggio nell’87, la Madonnina nell’88, il Pirandello nel ‘90.
“L’umiltà è quella virtù che, quando la si ha, si crede di non averla.”
“Il vino è la poesia della terra.”
”Siamo forti contro le tentazioni forti. Contro le deboli, deboli.”
“Il rimorso è per ciò che siamo e fatalmente saremo: non riguarda il passato, ma anche il futuro.”
Cartolina editata in occasione del Primo salone del Libro di Torino nel 1988.
di Pierluigi Capra