Maryland: una prima storica
Aprile 2, 2002 in Sport da Federico Danesi
Comunque fosse andata sarebbe stato il lieto fine di una bella favola. Quella di Maryland e Juan Dixon, forse, aveva gli dei del basket dalla sua e quindi i Terrapins hanno potuto festeggiare il loro primo titolo universitario, al termine di una finale molto più equilibrata di quanto possa far pensare il punteggio finale (64-52), con il quale Indiana si è arresa.
Gli Hoosiers, dopo aver fatto fuori Duke, hanno dimostrato che ogni era possibile. Così hanno impostato la loro solita gara, fatta di grande difesa e percentuali impossibili nel tiro dal perimetro, resistendo e ribattendo colpo su colpo a Maryland che nei momenti difficili si è aggrappata al suo leader, un Juan Dixon in versione monstre.
Gara in equilibrio sino alla metà della ripresa, quando Indiana è addirittura passata avanti sul 44-42, ma una tripla del numero 3 ha segnato l’inizio della fine, con un parziale di 11-2 per i Terrapins, che non si sono più voltati indietro. Così Indiana piano piano si è dovuta arrendere e lasciare il passo alla squadra di Gary Willians, coach che finalmente vede coronati gli sforzi di una carriera lunga e fedele come solo nei college americani può accadere.
Maryland già nel recente passato ha avuto giocatori in grado di farle vincere il titolo, come Steve “Franchise” Francis o Joe Smith, ma non aveva mai una squadra, quella che Williams è riuscito a plasmare alla perfezione. Già lo scorso anno aveva sfiorato l’impresa, fermata solo da quella Duke che poi andò a vincere il titolo. Quest’anno è partita solida e tranquilla, forte di un gruppo nel quale Dixon e Lonny Baxter sono state le stelle. Una rivincita personale, non tanto per il tecnico, quanto soprattutto per Dixon, eletto miglior giocatore delle finali, che nel basket ha trovato quella fortuna che la vita personale gli ha sempre negato. Con Maryland l’Acc ribadisce la superiorità sulla nazione (dopo Duke lo scorso anno) e anche quella su una conference rivale storica come la Big Ten di Indiana. Il prossimo anno Williams dovrà sostituire Dixon, Baxter e Mouton, tutti in partenza, ma intanto si gode il trionfo, così come il suo dirimpettaio, Mike Davis.
di Federico Danesi