Materia & Nomadismo
Marzo 18, 2003 in Arte da Sonia Gallesio
La transavanguardia si muove a ventaglio con una torsione della sensibilità che permette all’arte un movimento in tutte le direzioni, comprese quelle del passato…
Fare arte significa avere tutto sul tavolo in una contemporaneità girevole e sincronica che riesce a colare nel crogiuolo dell’opera immagini private e immagini mitiche, segni personali, legati alla storia individuale, e segni pubblici, legati alla storia dell’arte e della cultura…
[Achille Bonito Oliva, Transavanguardia, Dossier n. 183, Ed. Giunti]
La Transavanguardia è consapevole vagabondaggio, rottura, deconcentrazione, mobilità. Arte in fase di smottamento. E’ rappresentativa del concetto di catastrofe, così come provoca direttamente dei veri e propri cataclismi producendo “discontinuità in un tessuto culturale retto […] dal principio dell’omologazione linguistica”, per usare le parole di Achille Bonito Oliva. Attribuendo alla tradizione un grande valore, analizza e riprende gli stili del passato senza però identificarsi con essi, mantenendo una pregnante autonomia espressiva. L’approccio dei transavanguardisti, perciò, non può in alcun modo essere considerato citazionista: è curioso, manipolatore, dinamico. Il riesame del bagaglio creativo-produttivo novecentesco – così come l’approdo all’immaginario – non è da intendersi quale ritorno nostalgico, bensì come analisi attiva, flusso indagatore e trascinatore al contempo. La Transavanguardia implica il transito in tutti i territori dell’arte, senza seguire alcuna direzione predefinita. Al bando linearità e confini, dunque: per saziarsi ha bisogno di assidui spostamenti e di traiettorie trasversali, fuori e dentro gli avvincenti e stimolanti luoghi della pittura.
La Transavanguardia è alla continua ricerca di rotture e squilibri proprio perché è cosciente dell’insanabilità e della necessità del conflitto, dell’ovvia impossibilità di ottenere un bilanciamento complessivo. E’ un’arte che non contiene né vincola se stessa, che non si reprime. Avanza in profondità, così come all’esterno; penetra energicamente e al contempo si espande fluida. E’ avvezza al piacere di sé, al diletto che scaturisce dal donare la sua stessa matericità, senza vincoli di carattere ideologico. La Transavanguardia permette agli artisti di rientrare in possesso della loro soggettività, traendo nutrimento ed ispirazione dal privato e acquisendo nuova consapevolezza interiore. E’ produzione istantanea, impetuosa, acuta. Consente un approccio disincantato ma intenso, sentito, profondo. Le sue opere prendono vita in modo spontaneo, non secondo un progetto definito accuratamente in precedenza. Ogni autore, inoltre, crea e genera in piena autonomia, spinto da una ricerca individuale “che frantuma il gusto sociale e persegue le finalità del proprio lavoro” (Bonito Oliva). La Transavanguardia è un’arte che è già risposta, appagamento, fine e mezzo insieme. Le sue immagini, poi, sono contemporaneamente enigma e soluzione.
di Sonia Gallesio