Matrix: il ritorno
Maggio 16, 2003 in Cinema da Redazione
Un giorno dopo i fortunati della Croisette ma un giorno prima del resto del mondo, siamo riusciti a vedere “Matrix: Reloaded”. Tempo di ritornare a casa e di mettere in moto il recalcitrante computer e ci buttiamo nell’abnegazione della nostra missione informativa per voi lettori. 0:24, partiamo.
Andando a vedere il film ci chiediamo spontaneamente cosa i produttori potranno dare di nuovo allo spettatore. Il primo Matrix era stato assolutamente rivoluzionario: per la trama (giustamente non rivelata durante i trailer ma fatta scoprire in modo shockante durante il film), per il ralenti nelle scene d’azione (in precedenza utilizzato solo da John Woo) e per la ormai celeberrima tecnica di ripresa, in grado di ruotare a 360 gradi attorni agli attori. Da allora molte altre produzioni hanno utilizzato queste innovazioni tecnologiche (per citarne alcune, Mission Impossible 2, Out of Space, Wasabi, addirittura Shrek). Cosa può dare in più questo Matrix 2 agli spettatori ed alla cinematografia?
L’inizio del film è un vero e proprio videogioco, con l’unico merito di proiettare la platea nell’atmosfera dell’avo, a diversi anni di distanza; buono anche per i prodotti collaterali, come appunto una cartuccia da inserire in qualche console da salotto. Poi inizia un castello di personaggi e di incontri: ritroviamo Morfeo, Neo, la Nabucodonosor, ma anche Link e Zion, la città degli uomini liberati dalla Matrice. Poi rientriamo nella Matrice, i colori virano al verde (tratto caratteristico già di Matrix) e qui ritroviamo il guardiano sconfitto dal Signor Anderson nel numero 1. D’ora in poi la storia non fa che complicarsi, complicarsi, complicarsi, fino a dipanarsi, far intravedere la svolta e….. tornare a complicarsi per lascaire tutto in sospeso in vista del terzo episodio. Eh sì, perché adesso non è più Matrix che insegna agli altri, ma è Matrix che impara; e fa sua la lezione de “Il Signore degli anelli”, “Guerre stellari” ed “Harry Potter”. Perché fare un solo film quando aumentando di poco il budget se ne possono ottenere due e tediare il pubblico su più anni? Così, alla fine delle due ore, proprio sul più bello, ci ritroviamo cacciati fuori dalla Matrice e costretti a tornare alla nostra grigia vita, senza gusto e senza azione.
Per quanto riguarda il film in se, pur rimanendo guardabile ed a tratti divertente, si rivela stucchevoli sotto due aspetti, diamentralmente opposti: le riflessioni filosofiche e le scene d’azione. Le prime sono eccessive, al parossismo di intere sequenze di dialogo che non portano da nessuna parte; in altri casi servono solo a confondere le idee, senza essere d’aiuto nella decifrazione della storia. Le seconde sono super-esagerate, ed a questo eravamo già preparati; ma sono anche eterne, non se ne vede mai la fine, tanto più sapendo che può veramente succedere di tutto: Neo può arrivare volando alla Superman o resuscitare chiunque, gli agenti della matrice possono impadronirsi del corpo di cani-gatti-uccelli, i corpi solidi possono diventari eterei, le pallottole fermarsi a mezz’aria ed eventualmente trasformarsi in melassa per cospargere il corpo dei cattivi e rallentarne i movimenti.
Alla fine del secondo capitolo, tutto quello che poteva succedere è successo ed anche parte di ciò che non poteva succedere: il cattivone è riuscito ad uscire dal mondo virtuale, Zion sta per cadere in mano alle Sentinelle, e Neo scopre di poter usare i suoi poteri anche nel mondo reale. Armati di una sola certezza (tutti i personaggi che hanno occhiali da sole sono destinati prima o poi a combattersi, mentre se ne sono sprovvisti non lo faranno mai) ci prepariamo al terzo capitolo, “Matrix Revolution”. Avvertenza: ai titoli di coda, non muovetevi; oltre a gustarvi pezzi di brani di Rage Against The Machine (chi meglio di loro…), White Zombie ed un inedito Dave Matthews, potrete vedere il trailler del terzo episodio (prodotto completo, no?!). Ancora un paio di colossal su più puntate e ne avremo una al mese per intrattenerci da un anno all’altro.
di Diego DID Sirio