Melodia
Febbraio 18, 2001 in il Traspiratore da Redazione
Soave la sua voce adamantina
pur a volte fragile, eppur sì cristallina.
Come l’attende tutto il volere
laggiù ancora, al di là della collina.
Intenso bisogno
dell’altrui contatto
la sua mano sensibile prova
nell’assorbire o infondere.
E come si fa leggere lo sguardo
quando vuole.
Occhi prima spaventati, ora luminosi, furbi
a lungo celano rapidissimi pensieri
frullo d’ali d’aureo e nero colibrì.
Poi la stura del suo vivere
pura gioia che s’espande
velocissima sventagliata d’espressioni
pungenti a volte, giammai velenose
spine protettive
d’un fresco bocciolo d’energia
di bene immarcescibile.
Nell’alternanza dell’esistere
acutissime vibrisse di sua mente…
Ma come bruci, nostalgia
della presenza
e del suono
della sua comunque dolce parola.
Lei non c’è, oggi.
di Enzo G. Specchio