Mi devo suicidare
Maggio 2, 2006 in Spettacoli da Roberto Canavesi
TORINO – Può una persona tentare per sette volte il suicidio e collezionare altrettanti clamorosi insuccessi? La risposta è sì, almeno è giudicare dalla vicenda di Mi devo suicidare, il surreale monologo, scritto ed interpretato da Renato Liprandi, andato in scena nel fine settimana al Teatro Juvarra: un’ora filata di divertente racconto sui goffi tentativi di suicidio con protagonista un uomo qualunque, Giulio Rossetti, che nel bel mezzo di una tranquilla esistenza viene letteralmente ammorbato dal virus del suicidio. Uno dopo l’altro sono narrati gli assurdi casi della vita che portano il protagonista a cercare a più riprese la morte con le più svariate modalità, dal tuffo nel vuoto all’annegamento, dall’impiccagione all’ingestione di veleno.
Seguendo gli schemi di una comicità semplice e lineare, tutta costruita sul ritmo e sul rispetto del cosiddetto “tempo comico”, un Renato Liprandi in gran forma, sulle ali dal successo televisivo della sit-com Camera Cafè dove impersona l’austero e cinico direttore De Marinis, asseconda con bravura e professionalità una parte tagliata a sua immagine, riuscendo a caratterizzare senza mai cadere nella macchietta una decina di personaggi e differenti caratteri umani: una camaleontica prova d’attore con l’attore torinese a passare agilmente dalla lingua al dialetto per un crescente divertimento collettivo che riserva anche un inaspettato colpo di scena finale quando la fino ad allora tanto decantata psicosi del suicidio si scopre essersi tramutata in un non meno inquietante e grottesco istinto ad uccidere.
Applausi convinti del pubblico in sala per una serata all’insegna del buon umore che riconcilia con una sana e genuina comicità.
di Roberto Canavesi