Michael Douglas da Lezioni di cinema
Giugno 22, 2004 in Cinema da Adriana Cesarò
Le lezioni di cinema del Taormina BNL FiilmFest, si sono concluse domenica 20 giugno, con il grande attore e produttore del cinema internazionale Michael Douglas. Sala dei congressi gremita per la visione di “Falling Down” (Un giorno di ordinaria follia) del regista Joel Schumacher, datato 1993. A seguire la straordinaria lezione di cinema con l’accattivante e affabile attore, premiato con il Taormina Award for Cinematic Excellence.
Per interpretare al meglio il personaggio di questo film– ha spiegato l’attore – ho cambiato taglio di capelli, ho indossato una camicia bianca aderente e messo gli occhiali, simbolo di una prospettiva diversa, per dare il senso che dentro a questo involucro apparentemente classico, ci fosse identificata una persona che stava per scoppiare. Il film racconta del tragico ritorno a casa del personaggio descritto e interpretato da Douglas. Imbottigliato nel traffico della città, improvvisamente abbandona la sua auto e inizia il suo drammatico ritorno verso casa.
Licenziato dalla fabbrica di armi in cui lavorava, non vuole più avere delle imposizioni, delle regole. Ogni persona incontrata per caso lungo la strada, è un pretesto per iniziare la sua contestazione, la sua ribellione. I contrasti che incontra nel suo tragitto, scatenano in lui una liberata e oscura rabbia repressa, facendolo diventare un pericoloso individuo che smuoverà buona parte della polizia, in sua ricerca.
Michael Douglas ha risposto alle domande rivolte dal pubblico con molta disponibilità.
Riconosce qualcosa di suo, nei personaggi interpretati?
In ogni parte interpretata ci si può riconoscere una parte del proprio carattere, infatti i miei colleghi dicono che, quando interpreto un ruolo ho una certa rabbia interna.
Se un attore non le è simpatico cosa succede?
Le prove sono molto importanti perché permettono, agli attori, di conoscersi e di adattarsi uno all’altro per non creare dei problemi nell’ambito del Cast. Diversamente, i problemi si risolvono parlandone con il regista. In ogni modo, se ci si conosce e si è in buona armonia con i colleghi, si è anche più naturali e quindi si esprime il meglio di noi stessi.
Cosa le ha insegnato suo padre?
Credo che mi abbia insegnato ad essere tenace. I figli d’arte hanno, forse, hanno bisogno di più tempo per capire certe cose e, mio padre era molto importante…
Le è mai capitato, in un film, di non fingere ed essere fino in fondo Michael Douglas?
La mia filmografia è contemporanea, nell’era moderna nella quale vivo, tutti i miei film hanno un elemento del mio carattere.
Infinite le domande ma il tempo a disposizione è terminato con un grande successo di una star internazionale che sa dire: Io credo, alla mia età, di avere ancora molto da dire e da realizzare. Quando il successo arriva presto, nel corso della carriera bisogna sapere crescere.
di Adriana Cesarò