Ministero alla Salute e AIDS
Marzo 13, 2005 in Medley da Redazione
L’altra settimana si è riunita presso il Ministero della Salute la Commissione nazionale per lotta contro l’Aids, dove sono stati presentati e discussi i dati, forniti dal CoA dell’Istituto Superiore di Sanità, relativi all’andamento epidemiologico della malattia nel 2004. I dati hanno evidenziato come l’aumento della percentuale dei casi di Aids sia attribuibile al contagio sessuale, mentre le altre modalità di trasmissione (scambio di siringhe) sono in diminuzione.
Filippo Manassero, presidente nazionale della LILA commenta i dati discussi dalla Commissione Nazionale AIDS e denuncia la mancata nomina della Consulta del Volontariato AIDS da parte del Ministero alla Salute.
“Ciò che va sempre più ad affermarsi è il principio di trasversalità del contagio da HIV che vede oggi tutta la popolazione sessualmente attiva essere la più esposta.
Inutile trincerarsi dietro inesistenti categorie a rischio, serve piuttosto con decisione affrontare e promuovere le modifiche di quei comportamenti non protetti con cui la stragrande maggioranza delle persone agisce, al di la del proprio orientamento sessuale.
Questi dati dimostrano il fallimento delle recenti campagne ministeriali e mi auguro quindi che il Ministro Sirchia dimostri onestà intellettuale e scientifica modificando radicalmente le posizioni oscurantiste espresse nei confronti dell’uso del preservativo, che rimane invece l’unico strumento efficace nella prevenzione all’HIV.
A livello ministeriale e quindi nazionale l’attenzione è da tempo unicamente focalizzata sulle questioni tecnico-scientifiche e di ricerca, dimenticandosi di quanto sia sempre più forte la rilevanza delle questioni sociali correlate all’infezione da HIV. Importanza riconosciuta da tutte le istituzioni internazionali UNAIDS compresa.
Dimostrazione ne è che da alcuni anni il Ministro, mentre rinomina tempestivamente, a gennaio, la Commissione Nazionale AIDS (organismo scientifico, costruito sulla totale assenza di qualsiasi rappresentanza del volontariato e di organizzazioni di tutela dei diritti) si “scorda” invece di rinominare la Consulta del Vontariato AIDS, che a tutt’oggi non esiste e che nel 2004 è stata insediata solo a giugno.
La Consulta, dovrebbe essere un importante riferimento per la Commissione ma, evidentemente, non è sentita dalla Commissione stessa come una priorità. Forse perché molto spesso negli ultimi anni la Consulta del Volontariato AIDS è dovuta intervenire diverse volte chiedendo revisioni e integrazioni rispetto a scelte del Ministero e a documenti della Commissione Nazionale AIDS su temi importantissimi, come ad esempio la modifica dell’applicazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) che inizialmente non prevedevano la gratuità di una serie prestazioni e trattamenti anche farmacologici per le persone senza una diagnosi di AIDS; la richiesta di garanzie sulla tutela delle privacy rispetto l’attivazione del registro nazionale di sorveglianza delle infezioni da HIV; l’accesso ai trattamenti con farmaci antiretrovirali alle persone con problemi di dipendenza che invece si volevano escludere in quanto si affermava non capaci di assumere correttamente una terapia HAART .
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di redazione