Mister Eco
Novembre 12, 2007 in Racconti da Redazione
A me questo mondo non piace. Sia ben chiaro. Non per cosa c’è dentro, è una questione di funzionamento. Lo abbiamo attrezzato con un mucchio di macchine sparse da una parte e spogliato di colori profumi animali dall’altro. E non sono un ambientalista: mai salito su un gommone con bandiera alla mano o incatenato a cancellate di protesta. Vivo di giorni normali, scanditi dal ritmo casa-lavoro.
Mi piace fare qualcosa, quello si. Sono un puntino piccolo, ma se lancio uno sguardo oltre il terrazzo c’è una bella fetta di terra oltre la città. Da vedersi le montagne quando il cielo è azzurro e profondo. Così mi sono seccato di sentirle dal telegiornale, dalle riviste e dai colleghi appiccicati di sudore. Bisogna provare qualcosa, per far sentire quello che non si dice, per chiudere rubinetti inutili, spegnere luci e macchine troppo grandi per passare su una stessa strada.
Qua si tratta di aggiustare il mondo, non una cosa da tutti i giorni. Ho preso carta e penna e ho steso una lista delle cose che potrei fare: lanciarmi in politica, scrivere sui giornali, diventare personaggio TV, posare per un calendario, pilotare un aereo con scritta sulla coda, diventare il primo terrorista-ambientalista, sposare un’ereditiera, fare il supereroe. Ci ho riflettuto doverosamente per una notte e poi ho puntato senza esitazione sull’ultima. Il supereroe che esce all’oscuro per risparmiare energia. Mi piace. Anche perché è l’unica della lista che, dettagli a parte, posso iniziare da subito e volendo comprende anche tutte le altre.
Furti in villa, è l’ora dei vandali.
Problema numero uno: i superpoteri. Faccio un lavoro ordinario e non posso essere soggetto a radiazioni, difficilmente venire a contatto con forme di vita aliene nei prossimi due mesi, non mi risveglierò al mattino trasformato in qualcosa e nessuno mi offrirà missioni pericolose nello spazio visto che porto gli occhiali. Dovrò arrangiarmi con quello che c’è a disposizione, il resto dipende dalla mia fede, una questiona di volontà. L’importante è lanciare un’idea, un significato. I mezzi non sono così fondamentali.
Problema due: nome e costume. Tra fumetti e cinema mi resta ben poco. Numeri e lettere se li sono mangiati tutti. Qualsiasi combinazione mi ronzi per la testa mi suona di canzone già sentita. Facciamo che siano le persone a decidere.
Per il costume quello deve avere qualche effetto speciale. Prima di tutto lenti a contatto verdi. Poi da un giro in cantina tra scatoloni e scaffali ho trovato il resto. Tuta da ciclista rigorosamente nera ed attillata con tessuto tecnico adatto ad ogni superficie. Non si sporca. E poi cuffia sintetica superaderente e scarpe da mezza montagna. Sono grigie a strisce arancioni ma con qualche tocco di indelebile le girerò sul verde. Manca la scritta sul petto. Scontata. Ne farò una sulla schiena, senza lettere, con qualche disegno pseudo spaziale andrà benissimo.
Solo danni, niente refurtiva. Nessuna traccia dei colpevoli.
Problema tre: la forma. Non sono un atleta. Diciamo un tipo da pedalata ogni tanto. E poi ovviamente non so cucire e non sarei in grado di imbottirmi i pettorali e tutto il resto. Punterò sull’agilità e su qualche aiutino. No, niente di strano. Mi fornirò di vitamine, ricostituenti, pillole di caffeina, fermenti lattici e tutto quello che potrà darmi una mano. Sarà una specie di cocktail segreto. E alla fine comprerò qualche sonnifero e una sveglia potente. La mattina devo essere fresco a lavoro, non voglio destare sospetti.
Problema quattro: cosa fare. Punto sicuro al risparmio energetico. C’è tanta gente che spreca, che ha soldi e non se ne rende conto. Certo non posso entrare in casa e spegnere la luce. Non voglio scatenare il terrore. E’ un lavoro delicato…
Mr Eco continua …
original picture created and kindly offered by Shanti Ranchetti
di Davide Nonino