Modena City Ramblers
Aprile 20, 2004 in Spettacoli da Gino Steiner Strippoli
In Chiapas si lavora e si lotta per la vita:“Viva la vida, muera la muerte” una frase che le comunità zapatiste usavano per chiudere i loro discorsi pubblici di benvenuto ai Modena City Ramblers. Dignità , passione, rispetto, cooperazione , gioia e piacere sono racchiuse proprio in quella frase che da anche il titolo all’ultimo album del sestetto emiliano. Cisco e Co hanno realizzato un nuovo capolavoro, sanguigno e passionale. Un lavoro rappresentato da un ventaglio di nuove canzoni che segano ancora una volta l’impegno sociale che la band porta avanti con la musica e i testi. Ogni brano all’ascolto muove sentimenti, ideali, sogni, voglia di “combattere” e denunciare le ingiustizie. Il ritmo e le sonorità sono quelle che ogni band vorrebbe avere ovvero pulite ma contemporaneamente piene di energia e di forza. In concerto poi la verve della band non è seconda a nessuno, i Modena sanno andare oltre il dosaggio normale di un live act , sanno essere trascinatori coinvolgendo il pubblico in una grande festa.
Questo succederà giovedì 22 aprile quando i M.C.R. saliranno sul palco del Mazda Palace per il loro ritorno in concerto a Torino. Durante il loro viaggio per l’Italia e in Europa (ben 23 date) i Modena (via Coop) devolveranno 1 euro in favore della campagna “acqua per la pace”. Adesso sarà il palco a suggellare la grinta e le atmosfere di solidarietà della band. La formazione dei Modena City Ramblers comprende oltre Cisco voce e chitarra, Francesco Moneti al violino e chitarra, Franco D’Aniello al flauto e tromba, Massimo Ghiacci al basso, Kaba Arcangelo Cavazuti alle percussioni e campionamenti e Roberto Zeno alla batteria. Ci saranno anche Luca “Gabibbo” Giacometti al buzuki e mandolino e Daniele Contardo alla fisarmonica e organetto. Cisco al solito disponibile e grande amico ha raccontato la nascita di questo nuovo lavoro.Quando sono state composte le canzoni di questo album? “Le canzoni di questo disco sono state composte in alcuni casi prima del nostro viaggio nelle comunità maya di Chiapas e Guatemala, in altri dopo. La scelta di includerle, però, è stata guidata per tutte dall’ideale sollecitazione posta dal titolo. Non si può parlare di concept album, ma in ogni brano si può ritrovare questa essenza vitale che muove i sogni, i percorsi, le denunce e le storie che sono state messe in musica.
La realizzazione dell’intero album come è avvenuta?
Si è sviluppata in due fasi: dapprima si è lavorato su un ampio ventaglio di nuove canzoni, provando e sperimentando nuovi arrangiamenti. Poi, dopo l’incontro con il produttore Max Casacci , si è passati alla scelta dei brani e all’elaborazione dei testi e degli arrangiamenti definitivi. Grazie alla guida di max, il lavoro in studio ha permesso di sviluppare un suono e un attitudine musicale che , proseguendo il discorso iniziato con “Radio Rebelde”, ha il senso compiuto di una solida maturità raggiunta dalla band.
In “Viva la Vida, Muera la muerte!” vive un perfetto equilibrio di poesia e lotta, vocazione internazionalista e amore……
Si, c’è l’amore per le proprie tradizioni, curiosità per i suoni e le canzoni di tante diverse culture e desiderio di sperimentare e cercare nuove strade espressive. Eco allora che il suono post-padano di “Al Fiomm” e “la Fola ed la Sira” coesiste e si innesta sul dialetto emiliano dei propri nonni. Nel rivendicare e nel denunciare, lo spagnolo di “Mira Nino” si associa al melting pot linguistico “maghreb-style” di “El Presidente” e all’inglese ed al francese del ritornello di “Altri Mondi”.
Il tributo a De Andrè, una cover difficile, perché farla?
Ma sai non è solo un omaggio ad un grande cantautore, l’abbiamo realizzata per il suo significato, perché spiega bene il rapporto che esiste tra l’uomo e la religione.
Un album comunque sempre coerente col vostro spirito battagliero.
Quando siamo andati in Chiapas siamo riusciti a capire meglio la comunità dei ribelli, se è vero che la loro vita non è delle più facili, e altrettanto vero che non è solo una vita legata al dolore e alla lotta dura, infatti abbiamo scoperto che hanno una grande voglia di divertimento, di allegria, questo essere positivi, nonostante i loro drammi, ci hanno coinvolto e quindi abbiamo cercato di trasmetterlo in questo nostro disco.
di Gino Steiner Strippoli