Muti dirige la Chicago Synphony Orchestra al Lingotto
Settembre 29, 2007 in Spettacoli da Redazione
Mercoledì 26 settembre concerto di chiusura di Mito Settembre Musica a Torino
Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra hanno chiuso magistralmente l’edizione torinese di Settembre Musica, in un crescendo di emozioni e sussulti, sino al boato finale che ha incantato ed esaltato il pubblico, numeroso (l’auditorium del Lingotto si presentava esaurito) ed entusiasta.
La Chicago Symphony Orchestra, che vanta un’anzianità ormaihttp://www.webokase.fr bicentenaria, mancava dal 1981 dall’Italia, e per il suo ritorno si è avvalsa della direzione eccelsa del maestro Muti, che ha saputo accentuarne la potenza del suono e dei virtuosismi.
La terza sinfonia di Sergej Prokofev, nella prima parte del concerto, ha potuto mostrare l’armonia del collettivo, punteggiato dai suoni jazz degli ottoni, ma anche da quelli, forse meno consueti, della frusta e dal tamburello, persino dal tintinnio del carillon.
La Spagna era la protagonista della seconda parte del programma, e la scelta si è rivelata più che azzeccata: il calore e la passione delle musiche di De Falla e della Rapsodia Spagnola del Bolero di Ravel hanno irradiato un’atmosfera briosa e incalzante che hanno letteralmente affascinato il pubblico.
Di De Falla è stata eseguita la seconda suite del Cappello a tre punte e quindi il Bolero, che, dal tono sommesso, si è fatto via via incalzante e insinuante, in un crescendo preciso e graduale, sino al prodigioso finale.
In omaggio a tanta ammirazione, il maestro Muti ha più volte fatto alzare
Robes de bal courte l’orchestra e, in alcuni casi, ha chiamato al proscenio i singoli orchestrali.
Al termine è stato concesso il bis con l’Interludio di Schubert: l’intento, come ha spiegato il maestro, era quello di presentare un modo diverso di suonare insieme, in pianissimo.
E’ stato sicuramente un concerto che ha regalato grandi emozioni e che raggiunto la punta eccelsa di un Settembre Musica diventato ormai un appuntamento irrinunciabile per coloro, e sono tanti, che amano la musica.
Arrivederci all’anno prossimo.
di Cinzia Sfolcini