Nba, l’Europa in pole position
Ottobre 29, 2002 in Sport da Federico Danesi
Benvenuti nel campionato più bello del mondo. Questa notte è cominciata la grande avventura della stagione Nba, quella che fino a qualche mese fa era
La Lega dei campioni del Mondo. Poi è arrivata la rassegna iridata di Indianapolis, quella che doveva essere una passeggiata e si è trasformata in una tragedia, sportivamente parlando. Fuori dal podio, umiliati in serie dalle squadre europee (Jugoslavia e Spagna) e sudamericane (la prima, storica sconfitta per il Dream Team contro l’Argentina) la nazionale a stelle e strisce deve ricostruirsi una sua identità, ma avrà tempo due anni, fino ai Giochi di Atene.
Così tutti possono tornare a concentrarsi sulla Nba, che resta il campionato più bello del mondo perché arricchito dai migliori europei. Non più, come in passato, strani oggetti, spesso visti come intrusi, ma protagonisti a tempo pieno, cominciando dagli slavi, primi sul podio di Indy. Divac, il gran capo, o Stojakovic. E poi ancora Nowitzki, Turkoglu, Gasol (‘rookie’ dell’anno nel giugno scorso), il nuovo arrivato Ginobili, uno che a San Antonio troverà sicuramente molto spazio. In più la prima scelta è stata un cinese Ming Yao (a Houston), altro segnale dei tempi che stanno cambiando, molto in fretta.
Ma i numeri uno restano loro, i Los Angeles Lakers, subito in campo contro gli Spurs. Tre titoli di fila e una dinastia che nessuno vuole cessare, nonostante i rapporti interpersonali non siano dei migliori. Per quelli c’è Phil Jackson, più un motivatore e un fine psicologo che un coach. In fondo, però, se ha vinto nove anelli negli ultimi dodici anni forse un po’ di merito gli va riconosciuto. Come spesso successo, dalla fine dell’era Bulls, le migliori restano ad Ovest. Su tutte Sacramento, che proprio non ha mandato giù l’eliminazione (l’ennesima) dello scorso anno ad opera dei Lakers. E ancora Dallas e San Antonio, che hanno squadra e panchina solide, più i possibili inserimenti di Clippers e Rockets. A Ovest occhi puntati su Nets, finalisti quattro mesi fa, Celtics e Hornets, mentre le sorprese potrebbero arrivare da Magic e Raptors.
Al via, tanto per cambiare, ci sarà anche lui. MJ, al secolo Michael Jeffrey Jordan, semplicemente il più grande. A febbraio taglierà quota 40, intesi come anni, ma Washington ha ancora un bisogno disperato di lui.
di Federico Danesi