Nel giorno della memoria: Peggy Gugghenheim, “I Sommersi, i Salvati ed i Salvatori”
Gennaio 28, 2008 in Arte da Gabriella Grea
Nel giorno della memoria diamo spazio alla celebrazione delle vittime, non dimentichiamo i carnefici, ma ricordiamo anche chi ha contribuito a salvare artisti e opere dalla follia del fanatismo hitleriano.
Solleviamo la cortina nebbiosa della pigrizia domenicale e dei pochi km che separano Torino da Vercelli.
Peggy Gugghenheim ed i suoi Salvati, esposti nella Chiesa di San Marco, in uno spazio espositivo inedito inaugurato ad hoc per la mostra, consentono di celebrare il giorno della memoria al di fuori della facile retorica delle parate, contribuendo ad accrescere la consapevolezza dell’orrore che accompagna censura e persecuzione.
Peggy acquista la maggior parte delle opere della sua collezione tra il 1938 ed il 1947, in Europa e a New York.
Nel 1937 apre a Londra la sua prima galleria d’arte; tra il 1939 e il 1940, ignorando apparentemente la guerra, Peggy acquista numerose opere per il futuro museo, determinata a comprare un quadro al giorno. Stupisce anche i suoi collaboratori più stretti nell’acquistare Uomini in città di Fernand Leger il giorno in cui Hitler invade la Norvegia, Uccello nello spazio di Brancusi mentre i tedeschi si avvicinano a Parigi.
Nel luglio del 1941 lascia la Francia occupata per rientrare negli USA, accompagnata da numerosi artisti altrimenti perseguitati. Dopo qualche mese sposa Max Ernst, forse proprio per assicurargli maggior protezione, da cui divorzierà nel 1943.
Nel 1942 il gallerista Karl Nierendorf regala a Peggy il Ritratto di Frau P. nel Sud di Paul Klee (1924, dipinta a guazzo, 42,5 x 31 cm), in segno di riconoscenza per il suo mecenatismo. Quest’opera sarà sempre particolarmente amata da Peggy, proprio per il suo valore simbolico; si tratta di un ritratto caricaturale di una signora del nord, in vacanza nel sud, la cui pelle arrossata denuncia la sua scarsa prudenza nell’indossare un cappellino troppo piccolo per un sole così aggressivo. Il digiuno di Klee è come al solito caratterizzato da una vena satirica e dissacrante, mimetizzato da un tratto solo apparentemente elementare e ingenuo.
Dalle sue memorie apprendiamo che Peggy prima di raggiungere New York stava “anche cercando di salvare Victor Brauner. Si nascondeva nelle montagne vicino a Marsiglia, siccome era ebreo sentivo che avrebbe potuto avere grossi fastidi. Andai a Marsiglia per contattare il Comitato di Liberazione Clandestino. Eravamo tutti alla ricerca affannosa di una possibilità di raggiungere l’America, Kay ci aveva riservato 10 posti su un clipper. Purtroppo i documenti di Brauner non erano ancora in ordine e alla fine al pover uomo venne negato il visto, poiché l’elenco dei rumeni era al completo per due anni. “. Brauner troverà rifugio in Svizzera, senza dimenticare l’aiuto offerto da Peggy, le dedicherà il Senza Titolo -con dedica in calce- che rappresenta il logo della mostra vercellese (Senza Titolo, 1941, guazzo su carta, tre lavori in un solo passe-partout).
E’ presente qui un tema tipicamente surrealista: l’ibridazione metamorfica, che unisce animale ed umano, che trasforma l’immagine di queste figure dall’una all’altra identità. Questo è un elemento ricorrente nell’opera di Brauner che gli deriva dal profondo interesse, ereditato dalla figura paterna, per l’alchimia, lo spiritualismo e lo studio della cabala.
L’impegno della mecenate prosegue anche oltreoceano. Martedì 20 ottobre 1942, al n°30 della 57° West Street di New York si inaugura la galleria-museo Art of This Century , Peggy Guggenheim fissa il prezzo della serata d’apertura a un dollaro, donando i proventi alla Croce Rossa.
Gli artisti stessi, ove possibile, sostengono con la vendita delle loro opere i movimenti di liberazione; Picasso devolve il guadagno del suo Sueño e Mentira de Franco – presente a Vercelli – ai partigiani spagnoli e alla lotta antifranchista (Sueño e Mentira de Franco, 1937, incisione e acquatinta, due parti, 38,2 x 54,5 cm ciascuna). I due elementi costitutivi dell’opera sono incisi da Picasso tra l’otto gennaio ed il sette giugno del 1937, prima e dopo la realizzazione del Guernica; sono ispirati al racconto di Josè Bergamin sui bombardamenti di Madrid e riprendono un filone grottesco molto amato dal pittore che spazia dalle allegorie di Bosch alle incisioni mostruose di Goya.
Nonostante gli sforzi di mecenati ed amici solidali non fatichiamo ad intendere al drammatica e precaria situazione in cui sono costretti a vivere gli artisti. Da un momento all’altro l’incerto equilibrio può andar perduto, i bagagli devono sempre essere pronti all’uscio, in cerca di un nuovo rifugio più sicuro.
Duchamp se ne fa interprete quando elabora un oggetto facilmente trasportabile, un piccolo museo portatile, la Boîte-en-valise del 1941, “voglio riuscire a fare un album di tutte le cose che ho prodotto”. Ne realizzerà 24 (alcuni esempi presenti in mostra), ciascuna raccoglie 69 riproduzioni in miniatura delle sue opere più significative anteriori al 1935.
Dalle preziosissime boîtes de luxe di Duchamp alle valige di cartone in viaggio verso la morte, per non dimenticare.
In collaborazione con
Collezione Peggy Guggenheim
A cura di
Luca Massimo Barbero
Curatore associato Collezione Peggy Guggenheim
Progetto dell’allestimento
Arch. Ferdinando Fagnola
Sede
Arca, ex Chiesa di San Marco, Piazza San Marco 1, Vercelli
Orari
da lunedì al venerdì: 14 – 19
(Scuole e gruppi prenotati 9 – 12)
sabato e domenica: 10 – 20
(la biglietteria chiude mezz’ora prima)
Infoline e prenotazioni
P.B.S.
tel. +39 02 542754
www.ticket.it/guggenheim
Catalogo
Giunti Arte mostre musei – Giunti
Formato e pagine: cm 24,5×26;
pag. 160 interamente a colori
Testi di: Luca Massimo Barbero,
Philip Rylands, Werner Spiess
di Gabriella Grea