Nuova indagine per il commissario Martini
Settembre 4, 2005 in Libri da Redazione
Titolo: | Una donna chiamata Bonbon |
Autore: | Gianna Baltaro |
Casa editrice: | Angolo Manzoni |
Prezzo: | € 14,00 |
Pagine: | 206 |
Una sciarpa azzurra, un misterioso cadavere a bordo di un treno e una magica Torino anni Trenta. Sono questi gli ingredienti fondamentali per il nuovo giallo di Gianna Baltaro, “Una donna chiamata Bonbon” (Edizioni Angolo Manzoni). Dalla raffinata e sagace penna della scrittrice torinese è nato il commissario Andrea Martini, segugio discreto e geniale, protagonista di ormai quindici libri.
Una donna viene ritrovata in un vagone ferroviario, senza vita e senza documenti. Nello sforzo di identificarla, il commissario Martini si imbatte in un fitto mistero che coinvolge la vita di Bonbon, un’attrice ormai ritiratasi dalle scene, e non solo: personaggi importanti e fantasmi del passato si rincorrono nelle pagine di un giallo mozzafiato.
Gianna Baltaro dimostra con la sua ultima fatica letteraria di padroneggiare con maestria gli elementi salienti dell’indagine poliziesca e, quindi, anche le emozioni del lettore. Come un artigiano paziente, la scrittrice torinese svela con grazia e sapienza i piccoli misteri di una città scostante e difficile come Torino. Nell’indagine sull’identità della vittima, il commissario Martini si reca nella sartoria Tortonese. Qui la Baltaro inserisce prontamente la storia della prima sartoria in Italia che scelse di produrre abiti in serie, regalando al curioso lettore un prezioso input per denudare l’affascinante capitale piemontese. Seguendo i passi del commissario il vero mistero da svelare diventa, quindi, la città stessa.
In un percorso logico per il protagonista e quasi da flaneur per il lettore, si scoprono pagina dopo pagina i segreti della Galleria Subalpina, della confetteria Baratti, della pasticceria Ermes, tutti luoghi culto per chi ama Torino. Il romanzo declina la sua missione alla mappatura di un territorio ancora vergine come questa città, che dopo secoli di riservatezza, sembra finalmente schiudersi al mondo con storie minute e affascinanti.
In una commistione dinamica fra fiction e realtà, la scrittrice torinese si guadagna un posto d’onore fra i giallisti contemporanei, proponendo un tipo di scrittura raffinata e femminile nello stile e nel contenuto.
Sembra che la Baltaro chiami più volte in causa la celebre Agatha Christie che, nel tratteggiare un’Inghilterra elegante e torbida, ci ha insegnato che il fascino del delitto può specchiarsi anche in una tazza di tè. Solo che questa volta si tratta di una tazzina di caffè, qualcosa di tremendamente made in Italy.
di Stefania Leo