Nuove e antiche voci all’Accademia Stefano Tempia
Ottobre 1, 2002 in Spettacoli da Redazione
Si è svolta nel fine settimana nelle sale del Turin Palace Hotel la presentazione della stagione concertistica dell’accademia corale Stefano Tempia. L’avvenimento è stato condotto in parallelo con la tavola rotonda, promossa dall’Accademia, sugli impegni delle Associazioni musicali e di Sistema Musica nella prospettiva del 2006.
Erano presenti in sala l’Assessore alla cultura Alfieri per il Comune di Torino, il sovrintendente al Teatro Regio Vergnano e il direttore Artistico di Settembre Musica Restagno. Per L’Accademia vi erano il presidente della scuola, Pignocchino, e il direttore artistico, il Maestro Peiretti.
L’Accademia Stefano Tempia non ha bisogno di presentazioni per gli amanti del genere, essendo una delle più antiche e prestigiose istituzioni torinesi del settore. Per inciso ricorderemo, per i nostri cari lettori interessati di musica e canto corale, che la scuola stessa offre corsi gratuiti, previa partecipazione ad un test attitudinale, e questo per suo stesso statuto, in vigore dal 1875.
E proprio per l’impegno che l’Accademia dimostra nella formazione alla cultura musicale, costituendo quasi un’eccezione di questi tempi, che l’assessore Alfieri ha ringraziato a nome di tutta la città la Stefano Tempia.
E’ intervenuto in seguito il preside della scuola, precisando che l’Accademia si batte per occupare sempre maggior posto nel panorama culturale della città ed ha poi lasciato la parola al maestro Peiretti. Il Maestro ha brevemente presentato il programma dei concerti di quest’anno ed ha ricordato l’uscita del CD con la “Messa a quattro voci in la minore” di Vincenzo bellini, edito dalla Nuova Era.
Quest’anno, l’Accademia inaugura la sua attività concertistica lunedì 25 novembre, con il tema “Compositori italiani nel panorama europeo del tardo classicismo”, al Conservatorio. La Stagione comprende, come ha voluto sottolineare il Maestro Peiretti, testimonianze antiche e nuovissime, proprio per incontrare le esigenze di gusto più diverse, attirando un pubblico più vasto ed offrendo una panoramica dell’estrema varietà stilistica che gli interpreti dell’Accademia sono in grado di produrre. Vi saranno dunque le serate dedicate alle musiche popolari, come il “Quintettango”, “La bottega musicale” con i canti natalizi, o “Il walzer e l’operetta”, e quelli più sperimentali e moderni, come “L’una e cinque” concerto di Jazz-vocale e “La musica narrata”, con la voce recitante di Paola Gassman. Non mancheranno gli appuntamenti classici, come il concerto dell’Accademia “Stefano Tempia” del 3 febbraio, con pezzi di Mozart e Haydn e le “Musiche per sestetto ed archi”, o gli appuntamenti divenuti celebri come gli ormai irrinunciabili “The swingle singers”.
L’intervento del prof. Restagno è stato ad un tempo polemico con i media ed illuminante nella descrizione delle nuove tendenze musicali della nostra era, così spesso inascoltate nella confusione di problematiche che assilla l’ascoltatore di oggi. Il Professore ha lamentato la scarsa importanza che i media assegnano alla musica classica, come dire, oggi non fa più notizia! Male, ci rammenta il maestro, perché proprio in questi giorni, Torino sta assistendo al germogliare potente di una nuova cultura. Si riprendono antichi testi, vi sono influenze di nuove culture, ovvero vi sono tutti i semi di una svolta epocale, e proprio per questo sarebbe un peccato non lasciare spazio a questa espressione insopprimibile della nostra cultura, fonte ancor oggi di ricchi spunti, come lo è stata l’era romana classica per il Rinascimento.
La discussione si è portata agevolmente dall’Accademia alle attività per Torino 2006, con una domanda che Pignocchino ha rivolto all’Assessore Alfieri, ovvero su come si potranno inquadrare le attività della scuola e le attività musicali e artistiche della città nell’ambito dei Giochi.
L’Assessore ha precisato che il comitato organizzatore studia una filosofia di quella che sarà la linea che riunirà le manifestazioni, e questo nel rispetto delle tradizioni della città. Il Sindaco e la cittadinanza, ospitando i Giochi nel 2006, si sono assunti il compito di fornire il meglio di quello che può offrire la città, e le “Olimpiadi della cultura”, ovvero le attività che verranno riconosciute con un apposito marchio, come scelte dal comitato, verranno estratte dalle proposte provenienti dagli enti cittadini più significativi e rappresentativi nell’ambito culturale della città. Gustosissima replica del sovrintendente al Regio, che ha voluto ricordare che le olimpiadi dureranno solo 15 giorni, e quindi di non aspettarsi miracoli, poiché le attività culturali dovranno comunque continuare ed essere sostenute dalle Autorità cittadine anche dopo, e ha messo in guardia contro gaffe del comitato del tipo “Torino è una città molto adatta, anche perché a un’ora e mezza c’è la Scala”…
La tavola rotonda ha quindi sortito il suo effetto, permettendo agli esponenti intervenuti di esprimere i propri dubbi e le proprie idee su questo attesissimo appuntamento e su come se ne possa ottimizzare l’effetto prima e dopo per il lancio culturale di Torino. E’ stata opinione comune, ampiamente condivisa dalla sottoscritta, che Torino ha veramente molto da offrire nell’ambito culturale, ma il tradizionale “non volere parlare di sè” dei suoi abitanti, ne ha compromesso di molto la visibilità in campo nazionale ed internazionale. La “chiusura” di questa città su stessa, forse difesa naturale a fenomeni immigratori massicci dell’era industriale, allo scontro di culture, non si deve più ripetere oggi, anche a fronte di influssi culturali ancora più diversi, per non incorrere nel soffocamento e nella morte intellettuale.
La speranza è che Torino 2006 e l’enorme attenzione che questa iniziativa attirerà sulla città possa aiutarla a farsi strada nell’immaginario esterno.
Di lavoro ce n’è parecchio…
di Gabriella Gibiino