OSN: Penderecki e Čajkovskij
Gennaio 10, 2007 in Spettacoli da Stefano Mola
Giovedì 11 alle 20:30 e Venerdì 12 alle 21:00, primo doppio appuntamento del 2007 per l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, come sempre all’Auditorium RAI di Piazza Fratelli Rossero, note nuovissime. Si inizia subito sotto l’insegna di uno dei marchi di fabbrica dell’orchestra della nostra città: l’attenzione alla musica nuova, alla musica composta poco tempo prima che le nostre orecchie la ascoltino. Bello pensare che seguendo la stagione uno possa in un certo modo costruirsi una mappa sonora del mondo così come viene visto dai compositori in attività.
Il primo brano in programma è una prima esecuzione italiana. Si tratta del Concerto per pianoforte e orchestra Resurrection, opera d’uno dei maestri della musica contemporanea, il polacco Penderecki. Classe 1933, le sue prime opere mostrano influenze di Boulez, Webern e Stravinskij. Tra le sue opere principali, ricordiamo la Passione secondo San Luca, composta negli anni 60, anni ancora saldamente sotto la cortina di ferro, tempi in cui concepire una composizione sacra non poteva certo essere particolarmente semplice.
Il concerto per pianoforte che aprirà il programma questa settimana è stato eseguito per la prima volta il 9 maggio 2002 alla Carnegie Hall di New York dalla Philadelphia Orchestra diretta da Wolfgang Sawallisch. La sua ispirazione risiede nei drammatici fatti dell’11 Settembre. Vi segnalo l’interessante e approfondita disamina dell’opera di Penderecki che viene fatta nel sito Warsaw Voice.
Al pianoforte, troveremo il coreano Kun Woo Paik, nato nel 1946 a Seul, interprete emergente dal repertorio assai vasto. Leggete l’intervista che Raffaele Mellace gli ha fatto per Sistema Musica. Sul podio, invece dello stesso Penderecki, purtroppo indisposto, salirà un mostro sacro della direzione d’orchestra: Rudolf Barshai, già allievo di Šostakovič.
Completerà il programma una delle sinfonie di Čajkovskij dalla coloritura più drammatica. Si tratta della Quinta, in mi minore op. 64, opera composta nel 1888, tra le più note e amate del musicista russo.
di Stefano Mola