Osterie d’Italia 2004
Novembre 20, 2003 in Ricette da Marinella Fugazza
Quante volte prima di intraprendere un viaggio o nel momento in cui ci troviamo in un luogo nuovo, cerchiamo qualche informazione o qualche persona che ci dia “una dritta” su un “posto dove si mangia bene”? Da 14 anni tutto ciò non è più un problema: anche quest’anno Slow Food Editore “ha sfornato” la nuova edizione di “Osterie d’Italia 2004” con sottotitolo ”Sussidiario del mangiarbere all’italiana”. Soltanto sfogliandolo e leggendo rapidamente nomi, persone e prelibatezze si rimane inebriati da profumi e da storie che sembrano uscire dalle pagine e sembrano volerci portare fisicamente nei luoghi a noi già conosciuti ma, più probabilmente, sconosciuti. Anche quando scorriamo i capitoli dedicati alla nostra regione ed alla nostra provincia scopriamo locali dei quali, pur conoscendo le zone, non conoscevamo l’esistenza e rimaniamo stupiti dalla incredibile scelta e qualità delle quali possiamo disporre a due passi da casa nostra. E’ entusiasmante scoprire e ricordare quanto è vasta e buona la nostra cucina e quanto siano squisitamente appassionati coloro che quotidianamente cercano di salvaguardare le tradizioni locali, la genuinità delle materie prime e degli ingredienti, la corretta lavorazione artigianale e la più stretta aderenza ai sapori “di una volta”.
La guida è ormai un punto di riferimento sicuro per quanti cercano sapori schietti e riconoscibili, capaci di restituire l’identità gastronomica di un territorio, con le infinite sfumature di sapori, stili e suggestioni che la cucina regionale italiana sa offrire. Oltre 300 collaboratori hanno passato al setaccio Italia, Canton Ticino e Tirolo per verificare gli indirizzi già conosciuti e scoprirne di nuovi, garantendo l’affidabilità e il rinnovarsi della guida. I locali segnalati nell’edizione 2004 sono 1610, dei quali 236 sono le novità. Sono 180 i locali che possono sfregiarsi dell’ambitissima “Chiocciola” (simbolo di Slow Food) perché in sintonia con la filosofia del movimento fondato da Carlo Petrini: ambiente, cucina ed accoglienza. 503 sono le “Bottiglie” ad indicare le cantine particolarmente fornite e 234 i “Formaggi” per segnalare selezioni casearie ricche e qualificate. Una delle peculiarità della guida è poi la presenza di percorsi attraverso tradizionali luoghi del cibo e della convivialità: dai “giri di ombre” di Venezia, Verona, Padova e Gorizia, ai chioschi della piadina romagnola, ai “fornelli” pugliesi. Il libro continua a privilegiare quei locali che, riallacciandosi alla tipologia delle osterie, delle trattorie, dei ristoranti familiari, sposano la gastronomia che in quei luoghi si pratica da sempre, un repertorio popolare frutto del “modo di fare” di cuochi e donne di casa le cui ricette si sono tramandate attraverso le generazioni. Un altro fattore accomuna i protagonisti della guida: coniugare offerta e qualità con costi ragionevoli; tutti i locali presentano un conto che non supera i 35 euro (vini esclusi). La cifra rappresenta un limite che si ritiene possa consentire a qualunque ristoratore (anche nelle città più grandi e più care) di offrire un pasto quantitativamente congruo e di buon livello qualitativo.
Addentratevi quindi, come ho fatto io, nelle infinite possibilità che il nostro incomparabile patrimonio alimentare offre: leggere questa guida, saltando da una pagina all’altra, è anche fare un lungo viaggio immaginario nella bellezza, vivacità, estro e fantasia del nostro paese.
di Marinella Fugazza