PARIGI – Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont
Gennaio 5, 2011 in Viaggi e Turismo da Meno Pelnaso
Dopo aver costeggiato la Sorbona, devio in un senso unico che mi porta al cospetto dell’imponente Pantheon.
Abbagliato mi fermo ad osservare la mole che s’impone su tutti gli altri palazzi intorno.
Mentre mi appresto ad entrare nella sua ombra, mi accorgo che qualcosina fa capolino a lato della sua massiccia forma.
È una chiesetta apparentemente minuscola, in confronto all’invadenza del Pantheon, ma graziosa e chiaramente più “anziana” del giovane e corpulento vicino.
Apparentemente assediata dalle macchine parcheggiate, fa autorevole e, solo in apparenza, “modesta” mostra di sé all’incrocio di due strette vie.
L’attuale collocazione non lascia certo immaginare che in realtà le sue radici risalgono addirittura al VI secolo.
Proviamo ad immaginare di essere all’epoca in cui Teodorico, Re d’Italia e già Re degli Ostrogoti, s’appresta ad inseguire la sua “cerva dalle corna d’oro” e Giustiniano, Imperatore d’Oriente, crea il codice di leggi chiamato Corpus Iuris Civilis.
Un piccolo gruppo di religiosi e un gruppo di fedeli assistono all’inumazione delle spoglie di Santa Genoveffa (patrona di Parigi) nella piccola cappella dell’abbazia di Sainte-Geneviève, ma la chiesetta non è abbastanza spaziosa per ospitare tutti.
Lentamente si diffonde la fama della Santa (bisogna aspettare ancora un po’ per inventare internet …).
Col passare degli anni e l’aumento della notorietà dell’abbazia, i pellegrini aumentano.
Siamo nel medioevo ormai e la Sorbona e molti altri collegi sorgono sul territorio della parrocchia, i devoti sono troppi e troppo spesso ormai la folla gremisce la chiesetta.
Anche i clerici vagantes, tra una sbornia e l’altra, vanno a chiedere perdono e grazia alla Santa, …
… per poi poter tornare a fare baldoria con la coscienza pulita …, o quasi.
Così nel XIII secolo papa Onorio III (nato Savelli in quel di Albano), tra l’impegno a proseguire la repressione degli albigesi nella Francia meridionale, approvare la Regola di San Domenico e i numerosi tentativi di convincere Federico II a partire per la V crociata in Terra Santa, riesce anche ad autorizzare la costruzione di una nuova chiesa a fianco della cappella.
Da quel momento viene costantemente rimaneggiata ed ampliata fino a raggiungere la forma attuale.
La chiesa Saint-Étienne-du-Mont aumenta sempre più il proprio prestigio.
Diventa teatro di imponenti processioni durante le quali la teca di santa Geneviève viene trasportata temporaneamente nella cattedrale di Notre-Dame, per poi tornare al proprio posto tra due ali di folla.
Nel 1802 la demolizione della chiesa abbaziale di Sainte-Geneviève e l’apertura della rue Clovis, isolano Saint-Étienne dal resto dei fabbricati.
La rivoluzione non ha risparmiato neppure quest’isola di culto, … persino le ossa della Santa sono state gettate nelle fogne, … ma sotto il secondo Impero, la chiesa viene restaurata, la facciata viene ricostruita e le statue, distrutte dai rivoluzionari, vengono ripristinate.
È già il 3 gennaio 1857.
Monsignore Sibour, arcivescovo in carica, s’appresta ad iniziare la novena di Santa Geneviève.
È un giorno strano, l’aria è greve …
… un sacco di pensieri affollano la mente del prelato.
Un uomo si avvicina alla chiesa …
… è un tipo stravagante, …
… gli occhi fissi verso un orizzonte lontano, …
… nessuno ci bada …
… si confonde tra la gente …
Mentre si veste per la cerimonia, l’arcivescovo cerca di scansare i pensieri pregando e pensando alla novena che sta per cominciare.
Da qualche tempo un certo prete, Jean-Louis Verger, contrario al dogma dell’Immacolata Concezione, sta dando un sacco di fastidi.
L’hanno dovuto interdire a causa dei problemi che creava.
… l’uomo confuso entra nella chiesa …
… nessuno sembra riconoscerlo …
… quelli che capiscono chi è se ne tengono alla larga …
… le sue labbra si muovono davanti ai denti serrati …
… chi si trova vicino sente bofonchiare qualche cosa …
… è un rantolo sommesso, cantilenante …
… potrebbero sembrare preghiere …
… non si comprendono le parole.
… cammina lentamente …
… cerca di avvicinarsi all’obbiettivo, …
…
… improvvisamente accelera …
…
… chi è rimasto al fondo della chiesa sente improvvisamente un urlo animalesco …
È un attimo …
… il trambusto ed il panico coprono le urla …
… fuori, istantaneamente una terribile notizia corre di bocca in bocca, …
…
… l’arcivescovo è morto! …
…
… la novena non ci sarà!
…
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso
di Meno Pelnaso