Passio di Louis de Pablo in onore di Primo Levi

Aprile 10, 2007 in Spettacoli da Redazione

Primo LeviL’11 aprile 1987 ci lasciava Primo Levi. Insieme a Giuseppe Giacosa, Lalla Romano e Mario Soldati è uno dei grandi scrittori piemontesi che Torino Capitale Mondiale del Libro celebra con un ricco programma di iniziative. L’autore di “Se questo è un uomo” e de “La tregua”, parabole universali sul male nel mondo e la dignità umana. Ma anche l’autore del “Sistema periodico” e della “Chiave a stella”, così profondamente radicati nel pensiero e nel carattere torinese e piemontese. Locale e universale al tempo stesso: la grandezza e l’attualità di Levi è anche questa.

Luís de Pablo, il più prestigioso compositore spagnolo contemporaneo, per i vent’anni dalla scomparsa di Primo Levi ha composto, su testi dell’autore di Se questo è un uomo, un brano per soli, coro e orchestra eseguito in prima assoluta dall’Orchestra Sinfonica Nazionale Rai.

Insieme il Concerto in re maggiore op. 61 per violino e orchestra di Ludwig Van Beethoven e lo sconvolgente racconto del Sopravvissuto di Varsavia di Arnold Schoenberg.

L’universalità dei contenuti della musica di de Pablo rispecchia la sua profonda conoscenza acquisita attraverso insaziabili letture di opere di storiche, antropologiche, etnomusicologiche. Per questo è considerato una personalità importante nella scuola spagnola di oggi: De Pablo ha saputo far uscire la sua produzione dallo stretto nazionalismo, conferendole aspirazioni universali. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai gli ha commissionato Passio, su testi poetici di Primo Levi, presentato in prima esecuzione assoluta.

“Passio” è stato composto tra il 2005 e il 2006, su commissione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Le sue origini, però, risalgono a molto tempo prima:

“Un po’ più di dieci anni fa comprai le opere complete di Primo Levi (Einaudi). Ignoravo che avesse scritto anche poesie. Quando le conobbi fu un incontro abbagliante. Mi identificai tanto nei suoi contenuti quanto nella sua maniera di concepire, narrare il “fatto poetico”: chiaro, colloquiale, quasi prosastico – senza rinunciare al lirismo aggressivo, accusatorio senza demagogia, di un pessimismo trascendentale. Mi ricordava il Goya più duro, quello che sembra considerare il progetto umano come un fallimento, condannato all’orrore e alla stupidità, ma capace di distillare alcune gocce di recondita bellezza.

Ho selezionato alcune poesie e ho lasciato passare del tempo. L’occasione arrivò grazie alla Rai. Il risultato è stato Passio (si sarebbe potuto chiamare anche Passio secondo Levi, ma è meglio non dare nomi: i testi sono eloquenti). Ho scelto Ladri, Annunciazione, Canto dei morti invano, La mosca e Carichi pendenti. Dopo molte riflessioni li ho adattati a un’orchestra ampia, un coro maschile e due solisti: un baritono e un controtenore. L’opera si divide in quattro parti. La prima è composta da Portico, Ladri, Transizione, Annunciazione; la seconda da Canto dei morti invano; la terza da La mosca; la quarta e ultima da Portico e Carichi pendenti. Circa quaranta minuti di musica, forse qualcosa in più.

La presenza del dramma in Passio è evidente: non ho scritto cinque opere inutilmente. Ma Passio non è una musica teatrale, né accompagna una peripezia immaginaria. È – inutile dirlo- una delle più ambiziose tra le mie ultime opere, anche se tenderei a dire che lo sono tutte, ognuna a suo modo: se no, perché scriverle? Ma Passio lo è particolarmente, tanto per il testo che mette in musica, quanto per l’impegno richiesto.

Ho dedicato Passio alla memoria di Antonio José, compositore di Burgos, vittima degli atroci crimini commessi durante i primi giorni dell’insurrezione fascista, che distrusse la Seconda Repubblica Spagnola (fucilato dai ribelli l’11 ottobre 1936 a Estépar, vicino a Burgos). Lasciò un’opera incompiuta, poco conosciuta e di rara esecuzione, certo non per suo demerito: il suo talento in erba non ammette dubbi. Potrebbe senza dubbio essere uno degli infiniti “morti invano” che, attraverso il testo di Primo Levi, cantano in Passio.”

Luis de Pablo

Luís de Pablo nasce a Bilbao (Spagna) il 28 gennaio 1930. Inizia gli studi musicali a partire dai 7 anni di età a Fuenterrabía. Li prosegue privatamente a Madrid, con Max Deutsch a Parigi e nei corsi di Darmstadt. Fonda a Madrid Tiempo y Música e Alea (1959-1972), gruppi che hanno dato modo al pubblico spagnolo di conoscere la musica contemporanea e diverse culture musicali non occidentali. Fonda anche il primo laboratorio elettroacustico spagnolo. E’ stato docente al Conservatorio di Madrid, presso le Università di Buffalo, Ottawa, Montreal, e molte altre. Ha conseguito numerosi premi, spagnoli e internazionali (Premio Guerrero, Medaglia d’Oro del Re di Spagna per le Belle Arti, Medaglia d’Oro del Círculo de Bellas Artes di Madrid, “Officier des Arts et des Lettres” su nomina del Ministero della Cultura francese, Premio della Fondation Prince Pierre di Monaco, Premio Honegger, e altri). La sua produzione musicale comprende oltre cento titoli.

INFORMAZIONI

Primo Levi, vent’anni dopo

GIOVEDÌ 12 E VENERDÌ 13 APRILE,

ore 21

AUDITORIUM RAI,

piazza Rossaro 15, Torino

Luís de Pablo

Composizione su testi di Primo Levi

a cura di Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

Direttore: Gianandrea Noseda

Violinista: Leonidas Kavakos

Baritono e recitante: Georg Nigl

Controtenore: Roberto Balconi

Coro maschile del Teatro Regio di Torino

maestro del coro: Claudio Marino Moretti

di Redazione