Perissinotto per Traspi.net

Maggio 28, 2005 in Libri da Stefano Mola

PerissinottoQuando si legge un libro d’un fiato, in un paio di sere, come è capitato a me con Al mio giudice, restano nell’aria fili di fumo. Qualcosa che paradossalmente definirei una nebbiolina di dispiacere: il libro è finito, l’ultima pagina è stata voltata, la storia è conclusa. Due opposti si sono intrecciati combattendo: la voglia di sapere come va a finire e quella che il racconto continui a scorrere dentro di noi. Poi, dopo averlo appoggiato lì, lo guardiamo ancora un po’, rigirandolo tra le mani, e sotto le dita sentiamo il prurito delle domande che vorremmo fare all’autore, per grattare un po’ dietro quel nome e cognome sulla copertina, Alessandro Perissinotto.

Così, a una manciata di giorni dal fatidico 18 Giugno, quando i ragazzi delle giurie scolastiche del Premio Grinzane proclameranno i loro vincitori (il libro di Alessandro è finalista per la sezione Narrativa Italiana), abbiamo deciso di non lasciare insoddisfatte alcune nostre curiosità. Leggete qui cosa ci ha gentilmente risposto Alessandro.

Ci puoi raccontare come è nato questo romanzo? È nato dalla volontà di raccontare un pezzo del nostro tempo e della nostra Italia, oppure è stato innanzi tutto Luca Barberis a chiamarti?

L’idea nasce dalla sollecitazione della contemporaneità, dal vedere una società dove è sempre più marcato il distacco tra il lavoro e il profitto, dove spesso chi vende fumo guadagna infinitamente di più di chi crede nei risultati e nel valore sociale del suo lavoro e non solo nel guadagno individuale.

Se ti dicessi che questo romanzo ha una forte dimensione etica (parola di cui secondo me non si dovrebbe aver paura, purché lo sfondo etico non sia didascalico e didattico) cosa risponderesti?

Risponderei che la dimensione etica è una delle poche cose che giustifica il lavoro, per altri versi inutile, dello scrittore. Io cerco di dare un’impronta etica a ogni mia storia.

Che lavoro di ricerca e documentazione c’è dietro Al mio giudice?

Per la verità non molto; i dati sulla pericolosità del riciclaggio di denaro via internet e sulle nefandezze delle grandi finanziarie sono in Rete a portata di mouse, basta volerli guardare.

Nel romanzo sono sparse alcune tracce (libri, canzoni) che contribuiscono a creare un clima dei gusti letterari e musicali di Luca Barberis. In cosa coincidono e in cosa sono diversi da quelli di Alessandro Perissinotto lettore e appassionato di musica?

Coincidono quasi totalmente: una delle libertà dello scrivere consiste nel poter raccontare agli altri le cose che ti piacciono.

La figura del giudice Giulia non serve soltanto da semplice contrappunto, perché poco per volta impariamo dettagli anche sulla sua vita, quasi che verrebbe voglia di vederla in azione. Potrebbe esserci spazio in futuro per una storia sua?

Non credo che ci sarà un sequel di Al mio giudice

Tutti i tuoi romanzi sono gialli. Cosa ti ha portato a scegliere questo genere per narrare? Credi che continuerai a usare il giallo per dare forma alle tue storie?

Uso la seconda parte della tua domanda per rispondere alla prima: il giallo consente di dare forma a storie che vanno al di là della semplice vicenda poliziesca, consente di rendere manzonianamente interessante il vero. Credo che lo userò ancora.

di Stefano Mola