Pinteresque
Giugno 6, 2011 in Spettacoli da Stefania Martini
La compagnia teatrale “Il deposito degli attrezzi” mette in scena Pinteresque, spettacolo che colleziona alcuni “pezzi brevi” o “prove d’autore”, esempi del teatro di Harold Pinter, dove il linguaggio esprime qualcosa che va al di là del significato apparente: il dialogo è disperso, spesso interrotto da pause e silenzi.
L’Oxford English Dictionary fornisce una definizione della parola “Pinteresque”: I lavori teatrali di Harold Pinter sono tipicamente caratterizzati da una minaccia sottintesa e un’atmosfera pesante generate da un linguaggio colloquiale, apparentemente triviale, e mediante lunghe pause.
Pinter restituisce il teatro ai suoi elementi fondamentali: uno spazio chiuso e un dialogo imprevedibile, dove le persone sono alla mercé l’uno dell’altro con il malcelato pretesto di ridursi prima o poi in pezzi. Con una trama ridotta, il dramma emerge dalla violenza dello scontro, dall’incertezza nell’identità dei personaggi e dal dialogo ambiguo e zoppicante.
Il teatro di Pinter venne etichettato, in un primo tempo, come una variante del “teatro dell’assurdo” ma più tardi si caratterizzò più propriamente come “commedia di minaccia”, un genere dove l’autore ci permette di ascoltare di nascosto un gioco di dominio e sottomissione nascosto dalla più mondana delle conversazioni.
In un tipico lavoro di Pinter, noi incontriamo delle persone che difendono se stesse da intrusioni esterne o dai loro impulsi trincerandosi in un’esistenza scontata e repressa.
“Victoria Station”: dialogo tra un tassista e la centralinista di un radio-taxi. Il primo fermo nel buio d’un parco, innamorato della passeggera che ha a bordo, costringe la centralinista a liberarsi della noia di un lavoro ripetitivo per correre da lui e farsi sorprendere da impulsi ed emozioni
In “Notte” un uomo e una donna tentano di ricordare il loro primo incontro: emerge il gelo di una passione che ormai è solo verbale. Il bisogno di ricordare per riempire il vuoto del presente fatto di silenzi.
Ne: “Il nuovo ordine del mondo” e “Il linguaggio della montagna” attraverso l’uso della parola come strumento di intimidazione o di tortura, la manipolazione dell’altro mediante una sistematica contraffazione del linguaggio, in ambientazioni imprecisate, possiamo immaginare lontani regimi dittatoriali, ma anche sentire che tutto ciò potrebbe avvenire in luoghi precisi, magari più vicini di quanto pensiamo.
P.S. Agli spettatori si consiglia di indossare almeno un capo di abbigliamento Blu
Lo spettacolo è inserito nel cartellone Giovani in scena 2011, rassegna dei gruppi del territorio e delle scuole superiori aderenti al tavolo teatro e danza del progetto giovani della Circoscrizione 2, giunta all’XI edizione.
Pinteresque
Con: Serena Mattiuzzo, Costanza Morino, Maria Morino, Giuseppe Gazzilli, Andrea Ceraso.
Regia: Ugo Morino.
Venerdì 10 giugno 2011, ore 21:00
Centro Giovani Isola che non c’è, Via Edoardo Rubino 24 – Torino
di Stefania Martini