Pippo Lorusso per Traspi.net
Luglio 1, 2002 in Spettacoli da Redazione
Basta dare uno sguardo al suo curriculum artistico per rendersi conto che Pippo Lorusso, 28enne attore novarese, ha alle spalle una serie di esperienze davvero varie e numerose in rapporto alla sua età: si va dal teatro, dove ha il ruolo di protagonista ne “Il colloquio di lavoro”, per la regia di Monica Bonomi e Dario Fo, alla televisione, con alcuni spot pubblicitari che lo hanno reso noto al grande pubblico (Nutella Ferreo, Sanbitter, Famiglia Cristiana, Caffè Kimbo, testimonial per la campagna stampa Pubblicità Progresso “Computer e Inglese – Chi sarà lo scemo del villaggio globale?”), alla partecipazione al film comico “Il sorpassato”, di Franco Fraternale (andato in onda su Canale 5), alla conduzione di serate e show, come l’ultimo ad Ancona, “La notte delle nominations”, affiancato dalla splendida Nina Moric.
A Novara, nella recita di qualche settimana fa in Sala Borsa, “Il medico per forza” di Molière, il suo nome figurava in cartellone come “partecipazione straordinaria”: e in effetti la sua interpretazione spiccava per l’ironia, la verve comica, la mimica trasmessa al suo personaggio.
Ma non è l’ambiente novarese, da cui è sicuramente sei molto apprezzato, il metro con cui ti vuoi confrontare
È ancora troppo provinciale, troppo superficiale. Il teatro è sperimentazione, è vita, cultura. Soprattutto dovrebbe educare il pubblico al gusto, a capire la differenza che c’è tra l’artista e i fenomeni da baraccone.
Novara, in effetti, non brilla particolarmente per la sua stagione teatrale, che dipende dalla programmazione del teatro stabile di Torino e difficilmente si azzarda a proporre qualcosa di nuovo e originale. Oppure pecca di ingenuità, per esempio quando concede il teatro Coccia a un gruppo di dilettanti che volano un po’ troppo “alti” nella regia e nella rappresentazione scenica del Macbeth (costo 10 euro, due ore e mezza filate di spettacolo), ma poi portano poca sostanza nella recitazione, con Baquo e Macbeth che non conoscono la dizione e recitano quasi in novarese…
È stata ed è tuttora Milano la città fondamentale per la formazione artistica di Pippo e per le sue esperienze
Ho capito, quando ho cominciato a muovere i miei primi passi nel mondo dello spettacolo, che dovevo studiare moltissimo, avere una preparazione completa. Ho avuto la fortuna di formarmi a Milano al “Laboratorio dell’attore”, diretto da Raul Manso: lì si lavora sul singolo, si applica il medoto “Stanislawsky”, che comporta un coinvolgimento totale dell’attore, anche al di fuori della scena, nella vita quotidiana…
Poi c’è stato l’incontro con Dario Fo, e così sei riuscito a collaborare…
con il “Maestro” e Franca Rame, una donna straordinaria. Per mesi mi appostavo all’uscita del teatro dove Fo e il suo gruppo tenevano gli spettacoli, e io mi facevo trovare lì “casualmente”, magari dopo un’attesa di qualche ora…
Ne è valsa evidentemente la pena, perché Pippo ha ottenuto la parte di protagonista ne “Il colloquio di lavoro”, firmato da Dario Fo e Monica Bonomi.
Seguono altre esperienze, per esempio nel teatro danza con la compagnia “Teatro in polvere”, altri spettacoli, dove viene lodato dalla critica.
Poi arriva la televisione, una parte nella soap “Vivere”, gli spot per la pubblicità, una nuova popolarità
Una sensazione gratificante, certo, ma non mi basta: voglio essere apprezzato soprattutto perché riesco a emozionare e divertire il pubblico, proponendo lavori di qualità. Continuo a studiare, a prepararmi, a migliorarmi…
C’è un attore che consideri un po’ come un modello ideale, che ami particolarmente?
Ogni attore deve portare la sua interpretazione personale nel personaggio. Comunque sia, me ne vengono in mente tre, fra i tanti, e che amo per ragioni diverse: Walter Chiari, per la sua vis comica; Alberto Sordi, per aver saputo interpretare e incarnare per anni gli “italiani”, con i loro difetti e le loro virtù; e Al Pacino, per la sua straordinaria capacità di lavorare, di scavare, di “vivere il personaggio”.
Quest’ultima frase mi incuriosice, lo invito a spiegare meglio cosa fa, chi è l’attore
Al di là della preparazione tecnica, che è indispensabile, l’attore deve possedere spirito di osservazione, capacità di capovolgere il senso comune ripresentando la realtà sotto nuove forme – e infatti il teatro non è finzione, è la realtà più vera – soprattutto dovrebbe porsi molte domande, saper analizzare gli stati d’animo dei suoi personaggi. Pensa per esempio a una tazzina di caffè, a quanti modi ci sono per berla, quanti stati d’animo legati a quel semplice gesto possono esserci, e come possono essere comunicati al pubblico che ci guarda!
Quel pomeriggio, quando sono tornata a casa e ho preparato la caffettiera, l’ho guardata con occhi diversi: ho pensato che un attore somiglia un po’ a un filosofo, per la capacità di porsi innumerevoli domande, con la differenza che poi riesce a proporre anche altrettante risposte, tante quante sono i personaggi e i diversi stati d’animo di ciascuno.
L’intervista con questo giovane artista novarese, eclettico e vulcanico, prosegue poi con una chiacchierata a ruota libera sulla giovantù novarese – “c’è, e si agita, ma è come un pentolone a cui hanno messo il coperchio sopra: non sa bene dove andare, in città non ci sono dei veri luoghi di aggregazione per i giovani”-, sul calcio (tifa Inter), sul legame con la sua città (gli piace fare un po’ la parte di quello che si “rifugia” nella tranquillità della vita di provincia dopo aver vissuto e continuando a spostarsi a Milano e in tutta Italia).
Per deformazione professionale, durante la chiacchierata, mi ha chiesto come pronunciavo parole come “tonno”, “perché”, “ieri”: ma alla piemontese, naturalmente, con le ‘o’ e le ‘e’ belle aperte!
Ho detto prima che Pippo è un originale, ma credo che questa sia una caratteristica di tutta la sua famiglia: mi hanno molto divertita i suoi calzoncini “griffati”, disegnati da lui stesso e realizzati da una stilista che ha lasciato la sua firma sul marchio ricamato: “NONNA”!
Insomma, Pippo Lorusso ha dimostrato e sta dimostrando tuttora di essere bravo e e credibile. Giocano a suo favore una naturale carica di simpatia e fascino, unite all’umiltà di non considerarsi un arrivato: noi gli auguriamo un pizzico di fortuna, che non guasta mai, perché il resto lo sta già mettendo lui.
Per la stagione teatrale 2002 Pippo Lorusso è in scena con gli spettacoli “LAMORE” (Premio OUTIS 2000), per la regia di Monica Bonomi (Compagnia Vialemalò);
“UMANO TROPPO UMANO”, per la regia e coreografie di Elisabetta Faleni (Compagnia Teatro in polvere);
“W LA MAMMA …ovvero tanti buoni motivi per farla fuori!” da lui scritto ed interpretato.
I suoi prossimi impegni
di Carola Casagrande