Preferisco le medicine firmate
Luglio 14, 2002 in Attualità da Redazione
Farmaci generici, questi sconosciuti. Delle decine e decine di persone che ogni giorno entrano in una farmacia con una prescrizione medica in mano, soltanto un’esigua minoranza è consapevole di poter risparmiare sul costo dei medicinali senza per questo rischiare di acquistare un sottoprodotto di ridotta efficacia.
Come spiega il Presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Torino dott. Piero Sampietro “Per oltre seicento specialità medicinali per così dire firmate esiste il farmaco generico corrispondente. Si tratta di quel farmaco che non è più protetto da brevetto e viene prodotto e commercializzato con il nome del principio attivo che contiene. Tutti i nuovi medicinali sono coperti da un brevetto che garantisce l’esclusiva. E’ un meccanismo giusto anche perché a monte ci sono alti costi di ricerca e di sperimentazione. Quando dopo 38 anni il brevetto scade, chiunque lo desideri può copiare il medicinale senza dover chiedere permessi o pagare i diritti allo scopritore. Così nascono i farmaci generici e per questo hanno prezzi inferiori. Prezzo basso non significa assolutamente farmaco scadente. Infatti i medicinali generici si basano sugli stessi principi attivi e nella stessa quantità dei loro equivalenti griffati, anche le eventuali controindicazioni sono identiche. Quindi per il malato non c’è alcuna differenza se non il risparmio”.
Chi entra in farmacia, tuttavia, mostra una certa diffidenza nei confronti dei farmaci generici, il timore più o meno nascosto è di acquistare qualcosa di scadente o comunque non equivalente al medicinale prescritto dal medico. Il problema sta proprio in questo. La maggior parte dei medici di famiglia sulle ricette continua a indicare i nomi dei farmaci di marca e non, come consente la legge, il semplice principio attivo. Se, per fare un esempio, sulla ricetta del medico il paziente legge l’indicazione “Voltaren” pretenderà che il farmacista gli venda quello specifico prodotto, mentre esiste un farmaco generico equivalente che viene addirittura interamente rimborsato dal servizio sanitario nazionale. “I medici per primi dovrebbero informare i pazienti delle possibili alternative al farmaco di marca. L’importante è che la gente capisca che farmaco generico non è affatto sinonimo di sottoprodotto”.
di Luca Stra