Privatizzazione dell’Acqua
Novembre 2, 2010 in Racconti da Meno Pelnaso
La camicia s’incolla sulla pelle per l’afa e l’umidità insopportabile e rivoli di sudore scendono lungo il collo.
Mi muovo lentamente sotto il sole cocente.
Trovo una fontanella e mi sciacquo la faccia con l’acqua fresca della sorgente prima di bere un lungo sorso ristoratore.
Forse privatizzeranno l’acqua anche qui e chiuderanno la fontanella.
I nonni, seduti sui bordi secchi e sgretolati, racconteranno che ai loro tempi facevano il bagno nella fontana e che nelle grandi città e nelle grandi residenze, come a Versailles, Salisburgo o Schönbrunn, i nobili, ormai polvere, potevano ammirare spettacolari giochi di luci ed acqua ascoltando musiche delicate.
I loro nipoti che avranno sete dovranno andare al bar o comperare la bottiglia al supermarket ricevendo i punti per completare le tessere che consentiranno di vincere un televisore portatile, dove vedranno i cartoni animati intervallati dalla pubblicità sull’acqua di marca.
All’orizzonte una nave viaggia verso i mercati d’oriente che pagheranno con petrolio le forniture d’acqua dell’occidente, oro nero in cambio di oro blu. Uomini scuri sui loro cammelli potranno rifornirsi da distributori d’acqua lungo le autostrade del deserto come noi oggi facciamo con il carburante.
Poi anche nelle nostre città sorgeranno distributori d’acqua a pagamento perché gli amministratori locali avranno concesso le sorgenti in appalto agli imprenditori privati.
Voci incontrollate semineranno il dubbio che l’acqua del rubinetto possa essere inquinata.
Gli imprenditori si spartiranno le sorgenti delle Alpi e al rubinetto verrà applicato il POS che accetterà anche le carte di credito prepagate o Revolving: “Bevi oggi e paghi domani!”.
Lungo le strade ci saranno gli Acquamat delle principali banche che consentiranno di fare anche “versamenti”.
Nei supermercati si potranno comperare salviettine umidificate di petrolio aromatizzato per lavarsi.
Le più belle donne del pianeta si laveranno con il latte d’asina, come le antiche nobili matrone romane, avranno anche sete ma la loro pelle sarà come il velluto.
Nelle spiagge si entrerà solo pagando il biglietto, su prenotazione, passando attraverso i controlli di sicurezza a raggi X per controllare che non vi portiate bottiglie vuote da riempire con l’acqua del mare.
I pesci si raccoglieranno in quelle poche pozze asfittiche che le grandi industrie lasceranno per gli allevamenti ittici.
I laghi verranno circondati da muri alti alcuni metri, sormontati da filo spinato e protetti dall’esercito.
Le riserve auree verranno sostituite da depositi di bottiglie di acqua minerale.
La pioggia verrà raccolta prima che arrivi a terra.
Si andrà a mangiare invitati a casa di amici portando in omaggio preziose bottiglie d’acqua d’annata.
I fidanzati si regaleranno introvabili anelli di ambra che ingloba piccole goccioline di rugiada.
Nuovi speculatori compereranno l’ Antartide per aprire miniere di ghiaccio da cui estrarre blocchi per riempire le navi.
Nuovi scienziati studieranno come catturare le comete di ghiaccio per farne sorgenti orbitanti.
Nuove condotte, a fianco di vecchi oleodotti, viaggeranno dall’occidente all’oriente per trasportare quella che un tempo era un semplice bene comune.
Nuove guerre modificheranno i confini per spostare le proprietà delle sorgenti non inquinate.
Nuovi ricchi governeranno gli equilibri mondiali gestendo petroliere e navi cisterna.
Nuovi disperati foreranno le condotte lungo i deserti e le praterie per rubare qualche secchio di liquido dissetante.
Mi sveglio di botto!
Per fortuna era un brutto sogno.
E’ caldo e l’afa non concede tregua, dalle finestre aperte non entra un filo d’aria.
Devo smetterla di mangiare la pizza gorgonzola e cipolle alla sera.
Mi alzo nel buio e vado a farmi una doccia … finché è grati o quasi!
Affettuosamente Vostro
Meno Pelnaso
di Meno Pelnaso