Quelle nenie d’una volta…
Febbraio 22, 2004 in Viaggi e Turismo da Redazione
In una memoria lontana, ma ancora viva si ricordano quei brevi ritornelli, quelle nenie d’una volta, che accompagnarono lieti gli uomini di ieri. Ci si ricorda quando si stava tutti fermi, attratti e rapiti da quel cantastorie che di città in città e da una piazza all’altra si spostava per narrare un racconto misto tra verità e fantasia.
Non era insolito, quando non c’era la televisione e la radio non era molto diffusa, cantare a squarciagola l’amore per la bella amata, la gelosia, gli usi, le tradizioni, le serenate. Non era insolito canticchiare tristi melodie che esprimevano i desideri di ognuno, simili ad invocazioni e preghiere…Tutto, anche la storia, diventava una canzone spontanea, dove verità, sentimento e fantasia avevano libero sfogo.
I canti, le nenie, quanto mai semplici e popolari venivano dedicati all’amata, ad un rito religioso, all’inesorabile passare del tempo… erano l’espressione satirica ed autoironica dell’intero popolo siciliano. E la poesia che li componeva nacque con lo scopo di mantener vivi quei fatti o quelle vicende che nei secoli fecero la storia.
Solo alla memoria si potevano affidare i propri pensieri… così si costruivano storie fantastiche dal gusto mitico dove trionfavano sempre il bene, i valori cavallereschi e la giustizia. Nel tempo, mille e più strofe di questo genere sono andate perdute perché dimenticate e non trascritte. Solo le più note, tra cui “Ciuri ciuri”, “Vitti na crozza” o “Supra nu cannuni”, riescono a resistere per l’ostinata volontà di pochi, mentre poche altre rimangono lì, scritte su quei volumi impolverati aperti solo per avida curiosità o per caso…
Solo qualche cantilena, rimasta nella memoria, oggi la si sente in quei mercati rionali o alla pescheria, divenuti, ora, luoghi storici, dove, come nei tempi andati, si esalta un bel prodotto di qualità. Qui, il folclore, è unico, qui, dal cuore e dalla fantasia di gente umile e sincera, nascono curiosi canti popolari, spesso accompagnati da strumenti dal raro e melodico incanto quale il “marranzano”, la zampogna o la fisarmonica.
Forse perché, attratti da una mistica realtà del passato, o, forse, per chissà qualche altra ragione, c’è qualcuno che si interessa alla cultura popolare e tenta di renderla più attuale, i Lautari di Catania, i Kunsertu, i Cantunovu, il gruppo folk Alfeo e Aretusa ed alcuni dei più noti cantautori di origini siciliane, che, nelle loro canzoni, utilizzano qualche parola di un antico canto popolare. Ecco che allora si ritorna sulle orme del passato, ecco che si riprendono alcune nenie siciliane, specchio del genuino e passionale temperamento siciliano, espressione forte del calore mediterraneo. Sì, espressione di questa terra, la Sicilia, tanto contraddittoria, tanto orgogliosa e nostalgica, ma ricca di valori, memoria e forza. Di una terra che col suo canto guarda avanti e spera!
Proprio queste nenie sono lo strumento ideale per capire il mondo da cui siamo venuti e in cui siamo ancora immersi… Filastrocche, nenie, canti, poesie popolari, indovinelli, scioglilingua, fiabe, leggende, proverbi, novelle e novelline…. nulla dev’esser perduto!
di Anna Milazzo