Rai Nuova Musica: terzo concerto
Marzo 16, 2006 in Spettacoli da Stefano Mola
L’EVENTO
Terzo appuntamento, venerdì 17 Marzo alle 20.30, Auditorium RAI di Piazza Fratelli Rossaro per la rassegna RAI Nuova Musica 2006. Un’occasione per scoprire su quali sentieri si è mossa o si muoverà la musica classica contemporanea. Ricordiamo un altro aspetto importante: i concerti sono tutti a ingresso libero.
Sul podio, un direttore d’orchestra classe 1973: il milanese Tito Ceccherini, che si avvarrà della partecipazione di due grandi solisti: Peter Sadlo, uno dei più importanti percussionisti al mondo, e il violinista Francesco D’Orazio, attivo sia nel campo della musica antica quale violinista dell’ensemble l’Astrée di Torino e di quella contemporanea, quale interprete di riferimento di numerosi compositori.
IL PROGRAMMA
Si parte con Archegonon, del compositore cretese Minas Borboudakis (prima esecuzione italiana). Si tratta di un’opera per percussionista e orchestra il tema è l’indagine sull’origine della musica(arké, origine; gignein, generare). La risposta è affidata alle percussioni, con l’orchestra in un ruolo assimilabile a quello del coro nella tragedia greca.
Seconda opera in programma, Triptych, tre movimenti per grande orchestra di Giovanni Verrando (prima esecuzione assoluta). In ognuno, lo sviluppo di una serie di brani, ciascuno col suo sottotitolo. Ogni serie è pensata come una piccola galleria d’arte a tema. Commissione dell’OSN RAI
A seguire, Fire and Blood di Michael Daugherty, composizione per violino e orchestra nata da una commissione della Detroit Symphony Orchestra (2003). Proprio dalla Motor Town trae la sua ispirazione, nella rilettura fattane dal grande artista messicano Diego Rivera, che alla metropoli statunitense dedicò alcuni celebri murales. Dugherty raccoglie uno degli auspici dell’artista: dare vita sonora alle sue immagini.
Infine, la prima esecuzione italiana di Shadow of Sound di Salvatore Sciarrino, pochi mesi dopo il battesimo al Suntory Hall di Tokyo. Una discesa nell’ombra del suono, facendo risuonare lo spazio nel silenzio, lasciando risuonare la mente. C’è uno stato di tensione costante nelle opere del compositore siciliano, dove il rapporto non è tanto tra i volumi giustapposti dei suoni, quando tra lacerazioni sonore e tutto il resto che non (apparentemente) suono. Da qui, scivolamento verso il confine ambiguo del rumore, verso l’assenza che sembra, nel vuoto fittizio, richiamare in sala tutto il mondo che in sala non c’è.
PETER SADLO: NOTE BIOGRAFICHE
Nato nel 1962 a Norimberga, per quindici anni ha coperto il ruolo di primo timpanista nell’Orchestra Filarmonica di Monaco. Lasciato questo incarico si è dedicato alla carriera di solista e docente. Con il primo premio assoluto al Concours International d’Execution Musciale Geneve e al concorso internazionale ARD di Monaco è diventato noto in tutto il mondo.
A 28 anni è stato nominato professore al Mozarteum di Salisburgo. Lo stesso incarico lo ricopre dal 1983 anche presso la Musikhochschule di Monaco. Oltre all’insegnamento si dedica sempre di più alla musica da camera, alla direzione d’orchestra, alla composizione e all’arrangiamento di diverse opere. Si è laureato col massimo dei voti presso l’Università di Monaco. Nel 1997 gli è stata assegnata la Laurea honoris causa dall’Università di Bukarest. Ha suonato come solista con direttori come Leonard Bernstein, Sergiu Celibidache, Seiji Ozawa, Zubin Mehta, Daniel Barenboim e altri. Ha stretto rapporti di collaborazione con artisti come Martha Argerich, Anna Gourari, Markus Stockhausen, Clemens Hagen, Mario Brunello, Julius Berger, i solisti dell’ Orchestra Filarmonica di Berlino e Vienna. Con Gidon Kremer ha realizzato numerosi progetti: al Festival Les muséique di Basilea nel 2004 e 2005 con opere di Martinu, Veress e Feldman, al Sigulda Festival e a Lockenhaus.
Dal 2007 sarà il successore di Gidon Kremer a Basilea come direttore artistico del festival Les muséiques.
di Stefano Mola