Scintille
Agosto 4, 2010 in Libri da Benedetta Gigli
Titolo: | Scintille |
Autore: | Gad Lerner |
Casa editrice: | Feltrinelli |
Prezzo: | € 15,00 |
Pagine: | 221 |
Non trattare con leggerezza tuo padre e tua madre, se vuoi prolungare una vita degna e consapevole. Sforzati di comprenderli anche in ciò che non ti hanno trasmesso. Solo così ti riappacificherai. Chiedo scusa al papà e alla mamma, dunque, se in taluni punti apparirà sgradevole, ma il mio è il racconto di un’incomprensione. Non ho atteso la vostra morte, prima di scriverlo, perché la vostra infelicità sia consolata almeno dal sapere che vi ho dato peso. E dopo essermi messo in cerca di quel che vi è accaduto, senza che neppure riusciste a spiegarlo a voi stessi, ora vi rispetto.
Così inizia questo libro appassionante a metà tra biografia e reportage, in cui accanto alla descrizione della storia passata e dei suoi riflessi sul presente, troviamo la ricostruzione delle vicende della famiglia Lerner.
Visto che la confidenza con i genitori s’era ridotta a mero ricordo dell’infanzia, è nato in me l’impulso di visitare i loro luoghi […] Frugando nel mosaico di felicità perdute, rintracciabili nei loro accenni, volevo capire cosa ci fosse di inenarrabile nella vicenda che gli ha schiacciati entrambi […] I miei genitori non erano stati capaci di fare i conti con i conflitti dolorosi della storia che ne avevano pervaso la vita. Sinché l’inconsapevolezza è ricaduta come un peso insopportabile su di noi, la generazione successiva.
Il leit motiv del libro è chiaramente il rapporto con i genitori, soprattutto con il padre Moshé, che si ostina a chiamarlo con il nomignolo Dadone, e a considerarsi il vero Lerner: il mio Dadone non è mai diventato un altro Lerner adulto.
Dietro di lui Teta ed Elias, nonni paterni, figure incomprese perché estranee alla raffinatezza della Beirut in cui erano cresciuti Joseph e Zipora Taragan, i nonni materni insieme alla madre Tali. E insieme alle persone, i luoghi: a cominciare proprio dalla Beirut degli anni Quaranta, luogo d’incanto e beatitudine illusoria, per arrivare fino a Leopoli e Boryslaw, dove si trovava lo shtetl in cui perse la vita la maggior parte dei Lerner.
Lo scrittore poi si rende conto che è impossibile rimuovere dalla narrazione lo sterminio degli ebrei d’Europa e la Guerra d’indipendenza nella nativa Palestina, che si ripercuotono inevitabilmente nella vicenda familiare.
di Benedetta Gigli