Sinfonie di antiche borgate
Novembre 29, 2005 in Libri da Gustare da Claris
Titolo: | Sinfonie di Antiche Borgate |
Autore: | Paul Terrematte |
Casa editrice: | Edizioni l’Arciere |
Prezzo: | € 39,00 |
Pagine: | 176 |
Immaginate di trovarvi catapultati all’improvviso in una strada di montagna, un po’ gelata ma non troppo, in una giornata di sole, all’alba, dopo che ha nevicato tutta la notte. Il paesaggio acquista ai vostri occhi una magia ed una fascino unici, con gli alberi pieni di neve, con l’incanto della perfezione della natura, gli alberi bianchi e la neve soffice sotto, i rami che fanno capolino tra i fiocchi appena caduti, l’ultimo muschio che perde il suo marrone per seccarsi completamente. E le case, magari di pietra, magari dai possenti muri e dagli altri soffitti sembrano perfettamente integrate nell’ambiente circostante.
Ecco, la montagna d’inverno non è solo natura, è integrazione dell’uomo e delle sue attività nella rigidezza dell’inverno, nel contesto di freddo e buio con sprazzi di luce e sole. Sì, perché la sapienza dell’uomo ha permesso nei secoli di affinare tecniche costruttive prima per sopravvivere, poi per godere della vita anche nei posti più impervi o meno facili. E quando guardiamo cosa l’uomo ha saputo creare possiamo stupirci, tanto, tanto.
Paul Terrematte professore appassionato di pittura, fotografia ed amante della montagna, ha scoperto 35 anni fa le vallate del Cuneese e non si è fermato alla fase ‘stupore’, ma ha proseguito, per documentare la vita ‘casalinga’ della montagna, le abitazioni con le loro curiose e funzionali e attraenti fatture. Il volume è così una raccolta di seducenti disegni eseguiti da Paul Terrematte raffiguranti case e borgate delle valli cuneesi.
I testi sono suddivisi in due parti; la prima dal titolo “L’habitat di montagna”, di Luigi De Matteis, è un excursus sulle tipologie di costruzione, sulle caratteristiche tecniche e sull’utilizzo degli edifici. La seconda parte è un’antologia a cura di Giovanna Frosini ed Enrico Conte che riprende vecchi testi di autori che con prose, poesia, canzoni, ci danno la possibilità di comprendere la vita dei montanari.
Il lavoro eseguito è un omaggio ai nostri avi che hanno contribuito e fatto crescere la civiltà alpina, riuscendo a far crescere in maniera assai dignitosa le proprie famiglie e ponendo le basi per la valorizzazione di queste terre, anche e soprattutto dopo lo spopolamento da parte dei giovani per la ‘vita di città’.
Pensiamo alle case costruite nelle pieghe delle montagne a sfidare l’aria degli alti pascoli, o rannicchiate nel cuore dei villaggi: sono molto più che abitazioni, sono toccanti poemi di pietra sopravvissuti nel tempo, fanno parte delle ricchezze che sono l’anima dei nostri paesi e costituiscono un libro vivente testimonianza di abitudini di vita. Rispettiamole, fermiamoci a guardarle ad ascoltarle, impariamo a parlare con loro, perché ci raccontano al lunga storia dei montanari che le abitavano. Ci parlano della vita e della storia della civiltà alpina, quindi dei nostri antenati e della loro fatica per conquistare il pane ogni giorno.
di Claris