Sotto corte marziale
Giugno 28, 2002 in Cinema da Redazione
Un paesaggio da epopea che ricorda fedelmente il teatro di una delle più sanguinose battaglie mai combattute nella Rouen. Inizia così modo il film di G. Hoblit, con uno spaccato molto realistico di una sporca guerra, in cui gli uomini sono costretti per sopravvivere a veri e propri atti di coraggio contro il nemico tedesco. Peccato che il film perda ben presto il tono “storico”e si proietti invece su più strade contemporaneamente, prime tra tutte il classico filone basato sul senso ”di giustizia e cameratismo e di lealtà” tra commilitoni.
Il tono cambia poi completamente nel momento opportuno, trasformando il film in un miscuglio di aule di tribunali nelle quali un innocente ”e afroamericano” viene ingiustamente dichiarato colpevole di un omicidio ed un giovane prigioniero ”bianco” si offre di difenderlo, scoprendo come di consueto il vero responsabile e facendo finire il film con un happy hend. Il film si smarrisce quasi subito, calca gli stessi filoni che da tempo in America vanno molto di moda: niente di più Non ci si possono aspettare grandi emozioni nemmeno dagli attori “gessati” nelle loro uniformi.
di Francesco Barbiero