Stealth Game: Metal Gear vs Splinter Cell
Marzo 23, 2007 in Technology da Redazione
Gli stealth game conquisteranno il mondo. Proprio come linux. Un giorno, non si sa ancora di quale anno. Mi piace immaginare così. I videogiocatori occasionali, quelli che comprano due giochi all’anno, e sempre e solo le nuove versioni di ProEvolution Soccer e Gran Turismo, con gli aggiornamenti di Ronaldo al Milan e un nuovo ed essenziale spoiler in fibra di carbonio, si sveglieranno dal torpore per provare qualcosa di diverso. Oseranno. Naturalmente non tutti i primati si evolveranno fino a Stealter Sapiens. Alcuni raggiungeranno il comunque pregevole livello di Resident Evil Vulgaris, altri non andranno oltre il Cercopitekken.
Selezione naturale.
Al momento gli amanti dello stealth rimangono pochi, almeno nel nostro stivale.
Il perché di questa impopolarità risiede proprio nell’impegno che questi giochi richiedono. Il giocatore con alle spalle un background di action game stile arcade o peggio fps, troverà non poche difficoltà a resistere ad uno stealth. Avvierà il gioco, compirà una decina di passi, e verrà scoperto e inevitabilmente ucciso. Ci riproverà una ventina di volte sempre più incazzato, correndo da una parte all’altra e sparando vuotando tutti i caricatori, e ogni tentativo finirà miseramente in un secco game over.
Il primo passo per giocare ad uno stealth è cominciare ad adottare una “mentalità stealth”.
La vostra missione è introdurvi in un sommergibile nucleare attraccato a un porto clandestino, sorvegliato da decine di soldati armati di AK47.
Il vostro armamento consiste in una pistola col silenziatore. E siete soli. Niente rinforzi, niente cavalleria. Né prima né dopo. Fatevene una ragione.
La prima cosa da fare, quindi, avviando la partita è… nascondervi. Cercate una cassa dietro la quale rannicchiarvi, lontana dai coni di luce dei lampioni e dalle guardie, e cominciate a studiare la zona. Per raggiungere la scaletta d’ingresso al sommergibile dovete superare una dozzina di guardie, ce ne sono anche un paio con giubbetto antiproiettile. Uno scontro a fuoco sarebbe un suicidio. Studiate il percorso che fanno le guardie e i loro “punti morti”. Guardate in alto. C’è un cornicione sporgente su quel magazzino. Potreste arrampicarvi lì e strisciare per qualche metro, fino a quel deposito laggiù.
Ecco, camminando appiattiti al muro e sfruttando le tenebre, siete arrivati davanti al deposito. C’è una porta. Che fate, la spalancate e correte dentro? No, perché magari anche il magazzino è sorvegliato. Quindi tirate fuori la vostra sonda ottica e infilatela sotto la porta, e controllate se ci sono guardie…
Entrate nella mentalità stealth. Siate silenziosi. Siate invisibili. E resistete alla tentazione di sparare: l’obiettivo è entrare e uscire senza che si accorgano di voi. Salvate la pelle!
Parlando di giochi stealth, il consenso del pubblico si spacca fra due sole saghe: quella di Metal Gear e quella di Splinter Cell. I videogiocatori più antichi e dal palato più raffinato reclamano un posto nell’olimpo degli dei anche per Thief, gioco coraggioso e precursore che è riuscito comunque a ritagliarsi un suo spazio in un momento in cui il mercato richiedeva solo fps frenetici e psichedelici (sulla scia di Unreal, aspettando l’apoteosi con Serious Sam). Personalmente mi sento di perorare la causa: senza Thief gli stelth non sarebbero quello che sono. Nelle frecce di quel ladro silenzioso, nella fuga dalla luce e nel tentativo ossessivo di nascondere il rumore dei propri passi e i cadaveri delle guardie negli spicchi d’ombra, troviamo elementi che sono la spina dorsale delle avventure di Sam Fisher e Snake. Sì, Thief ha fatto la sua parte.
Ma se prendete uno stealther-player e lo strapazzate un po’ (solo per poter esercitare un po’ di sano bullismo), sicuramente questi ammetterà di far parte della scuola di Splinter Cell e odiare Metal Gear, o viceversa amare visceralmente Snake e usare carta igienica con la faccia di Sam Fisher.
Avanti, increduli molestatori di joypad, provate a navigare su internet, bazzicare forum sotto mentite spoglie, provate ad aprire un topic dal titolo MA E’ MEGLIO METAL GEAR O SPLINTER CELL?
Il sondaggio si spaccherà in due, fra post lapidari come MGS OWNA SC!!!!, e ampollose analisi ultra-tecniche sull’equipaggiamento delle forze speciali, poi esploderà un flame botta e risposta fra le due eminenze grigie rivali delle scuole di MGS e SC, e infine il post verrà chiuso dai moderatori per linguaggio scurrile e bestemmie reiterate.
Personalmente, e controtendenza visto che l’ago della bilancia popolare pende verso MGS, ho sempre considerato SC il vincitore dell’ipotetica sfida fra le due scuole stealth. E dopo aver giocato proprio in queste settimane all’ultimo Metal Gear Solid 3 Subsistance, riedizione migliorata del 3° capitolo, mi sento di confermare quanto detto.
Vince Splinter Cell.
Se parliamo di profondità della storia, del carisma dei personaggi e dei boss di fine livello, dell’indiscussa qualità dei filmati, e delle trovate “fumettistiche” come indossare una scatola e muoversi fra i nemici a mo’di cespuglio vivente, Metal Gear regna sovrano.
Non c’è storia: Metal Gear ti conquista, e il gioco diventa un pretesto per la storia, per quel “film” di cui vorreste sapere tutti i retroscena. Spegni la Ps2, vai a dormire, e sotto al piumone pensi a Snake nella foresta che mangia pitoni reticolati.
Ma se parliamo di stealth, di respirare stealth, Sam Fischer è una spanna sopra.
Mentre SC è 100% stealth, MGS è “anche” stealth. E’ vero, molte missioni possono essere superate solo mimetizzandosi con l’ambiente circostante e strisciando fino al mento nella mota…ma è concesso molto spazio all’errore umano, e se anche vi scappasse di far suonare qualche allarme o allertare qualche guardia…non sarebbe la fine del mondo (inteso: la fine del game).
In Splinter Cell respiri a pieni polmoni la tensione, rifuggi ogni scontro conscio che la tua unica arma non è la pistola ma l’invisibilità.
Intendiamoci: Metal Gear Solid 3 Subsistance rimane un gran bel gioco. Divertente, appassionante e ricco di bonus (compreso un dvd in cui tutti i filmati sono montati in un unico filmone di 3 ore e mezza).
Sì, forse 54,9 euro sono tantini per un titolo che ha più di due anni (interessante notare che il prezzo suggerito al pubblico era di 39,90 euro, com’era quella canzone di Venditti? In questo mondo di….) e che a conti fatti, a parte correggere la giocabilità con nuove rotazioni di telecamere, il gioco aggiunge ben poco alla vecchia versione.
Ma se ancora non l’avete, fra i vostri titoli sullo scaffale, consiglio lo stesso l’acquisto.
Io l’ho preso usato. A 16 euro.
di Jack Mangusta