Storia della carta (parte II) | Sudate Carte Curiosità IV edizione
Gennaio 6, 2006 in Sudate Carte da Stefania Martini
I primi ad ottenere una specie di fogli di carta come li si intende oggi, furono i Cinesi: già nel primo secolo a.c. utilizzarono i bozzoli del baco da seta come fibra per ottenere dei fogli; successivamente vennero utilizzate la scorza del gelso, gli steli del bambù, i germogli di giunco, muschio e licheni, paglia di grano e riso, le fibre di ramiè ricavate dal china-grass, la canapa. Infine, e divenne la materia predominante, venne utilizzata una “pasta” ricavata dalla lavorazione degli stracci.
Uno dei fattori determinanti per lo sviluppo delle cartiere in Cina fu la presenza, in determinate zone del paese, di grandi quantità di acqua pura, che venne canalizzata per garantire il flusso costante ed uniforme necessario alla produzione della carta.
Dal V secolo in poi la carta si diffuse per tutto l’impero in forme svariate ed elaborate ma rimase un segreto della Cina fino all’VIII secolo, quando, in seguito alle sorti di una battaglia, giunse nel mondo islamico che, contrariamente al cristianesimo medievale, favorì lo studio delle scienze, e in particolare della chimica.
Sorsero grandi università e biblioteche. Non c’è quindi da stupirsi se una tale espansione geografica e culturale abbia stimolato il consumo di carta ed esercitato un influsso civilizzatore sull’Occidente.
Nel 751, durante una spedizione militare verso le frontiere della Cina, il governatore generale del Califfato di Bagdad catturò a Samarcanda due fabbricanti di carta cinesi; valendosi del loro aiuto, impiantò una cartiera in quella città, località propizia perché v’erano acqua, canali di irrigazione e campi di lino e di canapa. Nacquero così le manifatture di Samarcanda.
Altre cartiere furono impiantate a Bagdad e l’industria cartaria si diffuse in tutte le province del mondo musulmano: dalla Persia all’Armenia, dall’Egitto alla Tunisia. La carta di Damasco, molto nota in Occidente, è già menzionata verso il 985 e nella città siriana, alla fine del XII secolo si contavano 400 cartiere.
La Spagna, a seguito dell’invasione degli Arabi del 711 fu il primo paese europeo che vide la nascita delle cartiere e dove si diffusero le nuove tecniche di fabbricazione della carta perfezionate dagli Arabi stessi.
In Europa le condizioni favorevoli alla crescente diffusione del nuovo supporto per la scrittura si verificarono, per gradi, solo a partire dal XII secolo d.c.: la pergamena continuava ad essere il materiale principe impiegato nella stesura dei testi, in quanto la carta era considerata una materia troppo delicata per essere utilizzata.
Inoltre, il livello culturale dell’Europa medievale, non paragonabile a quello da lungo tempo assai elevato della Cina, e a quello del mondo arabo, che raggiunse il massimo sviluppo nel X secolo, non favorì la diffusione della carta. La nuova industria fu anche avversata dall’Occidente Cristiano, a causa della sua provenienza araba o giudaica.
Il problema fondamentale per la produzione della carta consisteva nel reperire grandi quantità di stracci o cordami usati: per tale motivo, le cartiere vennero installate di preferenza nelle vicinanze di un centro urbano o anche di un porto.
La concentrazione di più cartiere nella stessa zona provocava una certa penuria nella disponibilità locale di stracci; da ciò l’importanza dei raccoglitori e rivenditori di stracci, o cenciaioli, la cui professione, dal XV al XVIII secolo fu tanto più lucrativa in quanto il cartaio dipendeva da loro il rifornimento della materia prima.
Gli stracci costituivano un materiale tanto prezioso per i cartai da indurli spesso a sollecitare dallo Stato monopoli e privilegi.
Nonostante ciò, nel XIII secolo, la crisi nell’approvvigionamento di stracci divenne talmente cronica da stimolare in tutta Europa la ricerca di materiali sostitutivi, tra i quali il più importante è la pasta di legno, il cui impiego, tuttavia, nonostante numerosi esperimenti, si diffonderà solo nel XIX secolo.
di Stefania Martini