Su il Sipario!
Ottobre 4, 2005 in Spettacoli da Stefania Martini
La tragedia della donna-maga, della straniera umiliata da Giasone che l’abbandona al suo destino per sposare la figlia del re Priamo, diventa, nella regia di Gábor Zsámbéki, un lavoro di grande incisività e pathos.
In uno spazio scenico che evoca una landa desolata, antica ma a tratti post-moderna, spaccata da carcasse di automobili e da tracce kantoriane di una Europa dell’Est povera e orgogliosa, evocata con toni di grande quotidianità e di delicata poesia, la protagonista è Andrea Fullajtár, che che tratteggia una Medea forte ed indipendente, appassionata e umanissima.
Médeia (Medea)
5 – 6 Ottobre, ore 20.45.
Teatro Carignano, Piazza Carignano 6, Torino
Per informazioni:
Biglietteria TST: Piazza Carignano 6, tel. 011 5176246.
Vendita telefonica: tel. 011 5637079 (dal martedì al sabato, orario 12.00/18.00)
Numero verde 800 235 333 – Info 24 ore su 24 tel. 011 5169490
www.teatrostabiletorino.it
Le storie che si narrano ne Le rose di Atacama creano stupore, come stupore crea la vista della distesa di rose che ricopre il deserto torrido quando, intorno alla fine di marzo, una breve pioggia cade a inumidire le radici che attendono quel nutrimento provvidenziale per dar luogo alla fioritura fantastica di cui si racconta nel libro di Sepúlveda.
I personaggi appartengono all’universo latinoamericano: piccoli uomini, eroi solitari che combattono quotidianamente la loro battaglia e che assurgono a simboli universali della lotta per la libertà, per l’affermazione della giustizia, ma sono anche simboli della affannosa ricerca della propria identità, a livello individuale o collettivo, della molteplicità delle modalità per essere uomini, con dignità, stupore, talvolta con amarezza.
Sullo sfondo la figura di Salvador Allende viene appena tratteggiata, ma conquista un grande spazio nell’immaginario dello spettatore, proprio perché ne vengono presentati gli aspetti più umani, intimi, che ne fanno conoscere e comprendere la grandezza, ma che la rendono, appunto, universale.
Regia di Renzo Sicco.
Le rose di Atacama
4 – 8 Ottobre, ore 21.
Parrocchia Gesù Redentore, Piazza Dante Livio Bianco, Torino.
il Progetto U.R.T., è inserito nella Stagione in Abbonamento del TST.
Scritto nel 1991 dall’autore argentino, l’azione è ambientata in Cile, paese che ha conosciuto una lunga e sanguinosa stagione di dittatura.
I tempi duri sono passati e all’orizzonte sembra esserci una ritrovata democrazia, quando a casa del giudice Gerardo Escobar capita, per caso, Roberto, un medico nel quale la moglie di Gerardo, Paulina, crede di riconoscere il proprio torturatore. Ha così inizio un disperato e violento ritorno al passato. Paulina vuole giustizia e decide di ottenerla a tutti i costi, affrettando i tempi della giustizia ufficiale, rappresentata dal marito, che pur tra molti compromessi politici si sforza di far luce sulla verità e punire i colpevoli.
Da qui il dramma del rapporto tra Verità e Giustizia, che Dorfman indaga attraverso una continua trasposizione dell’assunto narrativo dal piano sociale a quello personale, ponendo al centro il tema
dell’irrinunciabile condizione della dignità umana.
Lo spettacolo non intende solo raccontare una storia evidentemente legata alle vicende della dittatura di Pinochet, ma vuole parlare di tutti i Pinochet del mondo.
La regia è affidata a Riccardo Bellandi che commenta così l’allestimento proposto: Come uomo occidentale nato in un paese democratico, e quindi abitante privilegiato di questo pianeta, ho sempre avvertito un senso di profonda impotenza di fronte alle mostruosità che le dittature hanno prodotto nel mondo e purtroppo producono ancora.
Credo che l’uomo di oggi, l’uomo socialmente evoluto, l’uomo che, forte della propria maturità storica, decide di esportare la democrazia in quei paesi che non la conoscono o l’hanno perduta, abbia il dovere morale di comprendere la verità delle persone che, da parti diverse, vivono il sistema dittatoriale che si vuole combattere.
Questa mi sembra la prima cosa, la più importante: dedicarsi alla comprensione del dolore del singolo perché possa ricordare, non per vendicarsi ma per ricominciare.
La morte e la fanciulla
Dal 7 al 23 ottobre 2005, ore 20,45.
Cavallerizza – Manica Lunga, Torino.
Per informazioni
Biglietteria TST: Piazza Carignano 6, tel. 011 5176246.
Biglietteria TST: Via Rossini 8, tel. 011 8159132.
www.teatrostabiletorino.it
I due attori romani lavorano insieme da ventisei anni; sono autori e registi dei loro spettacoli nei quali partecipano anche come attori. Abitualmente preferiscono esprimersi creando situazioni senza parole, facendo comunicare gli oggetti, distorcendone l’uso e il significato e più in generale, cercando di inventare nuove possibilità di comunicazione.
L’uso ingegnoso di macchine e la ricerca espressiva di materiali poveri sono la caratteristica del loro lavoro.
Me & Me è uno spettacolo con connotazioni più strettamente teatrali: sulla scena si muove una individualità sdoppiata in due persone, opposte e complementari, due signori che si trovano costretti a compiere un’azione che li porta a confrontarsi e che accende non pochi diverbi. Il contrasto nasce dalle differenze, rese esplicite da alcuni particolari fisici: uno parla facilmente e l’altro è taciturno, uno è vestito in nero e l’altro in bianco.
Me & Me
7 – 9 Ottobre, ore 20.45.
Teatro Juvarra, Vai Juvarra 15, Torino.
Per informazioni:
Teatro Juvarra, tel.011.540675
www.masjuvarra.it
di Stefania Martini