Sui segni corposi di Levitine
Aprile 1, 2002 in Arte da Redazione
Sui segni corposi di Levitine si leggono squarci di realtà modesta ma in cui si riscopre la gioia di vivere godendo di poche cose. I parametri di bellezza con cui i contemporanei categorizzano ogni elemento terreno perdono valore, non hanno poter sul mondo russo rappresentato dal pittore di San Pietroburgo. Nei suoi dipinti si mostra la semplicità, la purezza dei costumi e delle tradizioni della gente della sua terra. Fermiamoci allora fisicamente dinanzi a un paesaggio innevato (Disgelo), sopra cui rotolarsi spensieratamente, per scaricare tutta la personale energia in una fragorosa risata. Oppure dinanzi a campi verdeggianti, luminosi al punto da parlare. Invitano a correre seguiti da mucche, cavalli e altri animali (Estate). Sostiamo poi mentalmente e sforziamoci di ricordare le notti passate con la nonna dinanzi a una tazza fumante di caffè e latte o cioccolata e con un buon libro di favole in mano (Le favole della nonna). O le giornate passate a raccogliere frutta negli orti o a rubarla da quegli dei vicini. Il tocco di Levitine è corposo, vigoroso, riporta alla concreticità di chi vive senza bisogno di sognare, senza affanno né corse contro il tempo. Ché niente manca a raggiungere la felicità.
di Barbara Cantoia