Telemaco Signorini
Ottobre 27, 2009 in Viaggi e Turismo da Redazione
In mostra al Palazzo Zabarella di Padova più di 100 opere dell’artista toscano Telemaco Signorini vis a vis con quelli di altri grandi maestri della pittura europea di fine XIX secolo, da Degas a Tissot, Decamps, Troyon, Corot, Courbet, Rousseau.
Un confronto attentamente mirato su assonanza di temi e di tempi, oltre che su reciproche frequentazioni e conoscenza.
Così i suoi “interni” si accompagnano a quelli di Edgar Degas o Stevens, le vie di numerose città italiane, ma anche francesi o inglesi, sono raffrontate ad analoghi soggetti dipinti da Tissot.
Questi alcuni degli esempi di un affascinante itinerario espositivo che documenta l’intero percorso artistico di Signorini, presentando tutte le sue opere più significative e famose, arricchendolo di confronti forti, mirati, precisi, mai pretestuosi, con gli altri protagonisti della storia dell’arte in Europa negli ultimi decenni dell’Ottocento.
Ne emerge la grandezza dell’artista fiorentino, unico, o quasi, tra i Macchiaioli a godere, già in vita, di un successo e di un mercato veramente internazionali.
A suo favore giocarono, oltre all’indubbia maestria, la frequentazione dell’ambiente inglese di Firenze, i numerosi soggiorni prima in Italia e poi in Francia e Inghilterra, dove entra in contatto con un ambiente artistico in pieno fermento che certamente influenzò il suo stile.
Fine intellettuale, Signorini fu riconosciuto in Italia e in Europa anche per le sue qualità di critico militante, attento a ciò che accadeva nel mondo dell’arte ma anche nella società.
Di questa “attenzione al sociale” è emblema lo splendido, fortissimo olio scelto come “logo” della mostra: è il famoso Alzaia del 1864, dove tre giovani maschi sono raffigurati nello sforzo bruto di trascinare controcorrente, piegati dalla fatica, un naviglio che nel quadro non compare ma di cui si intuisce la resistenza oltre che l’esistenza.
All’adesione all’estetica naturalistica di Proudhon si può, ad esempio, ricondurre la sua forte attenzione per emarginati e reclusi, attenzione declinata in numerose opere tra cui quella Sala delle agitate al san Bonifazio di Firenze che susciterà l’ammirazione di Degas durante la visita allo studio di Telemaco nel 1875.
Impegnato nel sociale, certo, ma allo stesso tempo raffinato dandy, frequentatore assiduo dei salotti à la page, intellettualmente snob da dichiarare la sua preferenza per “l’imperfetto dell’ingegno” rispetto al “perfetto della mediocrità”.
Non gli mancarono i riconoscimenti ufficiali (compresa la nomina a giurato della Biennale Venezia del 1896) ma le sue affermazioni taglienti e caustiche gli crearono anche molti nemici.
Passioni, successi, incomprensioni, lotte che sembravano non scalfirlo.
Nel 1893 sente il bisogno di riflettere sulla vicenda macchiaiola di cui era stato assoluto protagonista e pubblica Caricaturisti e caricaturati al Caffè Michelangelo, un testo essenziale di critica e storia dell’arte declinate “a modo suo”, attraverso la chiave davvero inconsueta della caricatura.
TELEMACO SIGNORINI E LA PITTURA IN EUROPA
Padova, Palazzo Zabarella
19 settembre 2009 – 31 gennaio 2010.
Informazioni: tel. +39 049.8753100
di Redazione Arte