The closed circle
Ottobre 25, 2004 in Libri da Redazione
Titolo: | The Closed Circle |
Autore: | Jonathan Coe |
Casa editrice: | Penguin Italia |
Prezzo: | € 14.90 |
Pagine: | 448 |
La difficoltà in una recensione come questa risiede nella totale convinzione di chi scrive, nel considerare Jonathan Coe il più grande scrittore inglese di sempre. Con un solo passo falso (anche questo discutibile) di L’amore non guasta; la sua scrittura è paragonabile solo ai grandi classici con un paragone diretto al Bardo.
Se queste parole paiono eccessive, il rimando alle opere di Shakespeare ed alla sua caratterizzazione dei personaggi è d’obbligo. La profondità di The Closed Circle – seguito de La Banda dei Brocchi, tradotto in Italia nel 2001 – risiede nello stesso tipo di attenzione al dettaglio, all’indagine psicologica ed alla bellezza della musicalità del linguaggio.
La traduzione a venire dovrà fare i conti con la difficoltà di mantenersi scorrevole come l’originale e con l’incanto della lingua inglese scevra di assurde abbreviazioni o slang. Chi può leggere l’originale dovrebbe farlo prima dell’uscita della versione italiana, approfittando del prezzo contenuto. Senza indugi.
Il libro è il secondo volume della saga dei Trotter e dei personaggi che ruotavano attorno alla loro orbita nella superba ricostruzione degli anni ’70 e del periodo immediatamente precedente l’epopea tatcheriana. Questa volta li ritroviamo negli anni immediatamente precedenti il nuovo millennio: cresciuti, cambiati eppure ancora legati da una sorta di chimera che non appare mai tra le righe e che ha avuto vita breve anche ne La Banda dei Brocchi: Cecily. Il grande amore del protagonista Benjamin, la fuga del quale ne condiziona tutta la vita e gli impedisce di portare a termine il romanzo di oltre mille pagine sul quale lavora da decenni.
Le metafore e le piccolezze della vita sono costantemente sfiorate dalla penna malinconica ed emozionante dell’autore che sembra conoscere perfettamente le sfumature dei sentimenti che dominano e muovono gli esseri umani ed è un burattinaio molto lieve in grado di muovere i fili sotto gli occhi del lettore senza farlo in modo troppo marcato. Una perla molto rara che meriterebbe – tra cinquant’anni – di venir citato nei testi di scuola.
di Emanuela Borgatta