The exorcisme of Emily Rose
Novembre 13, 2005 in Cinema da Barbara Novarese
Di cosa tratta “THE EXORCISME OF EMILY ROSE”?
Una storia vera usata come mezzo pubblicitario per rendere più spaventoso il film o un semplice film che racconta un fatto realmente accaduto, ed è spaventoso proprio per la sua aderenza alla verità?
La nuova pellicola di Scott Derrickson trattiene il pubblico incollato alla sedia, lo angoscia con ciò che delega all’immaginazione piuttosto che con quello che mostra. Un horror con la morale, con un messaggio che ci pone di fronte ad uno degli argomenti più inquietanti del genere umano: il demonio.
La storia è tratta dal libro The Exorcism of Anneliese Michel di Felicitas D. Goodman e narra i fatti accaduti ad Anneliese Michel, studentessa di pedagogia, morta nel Luglio del 1976 all’età di 23 anni. La ragazza, appena sedicenne, fu colpita da una gravissima forma d’epilessia con complicazioni che furono interpretate come crisi depressive e schizofrenia. La famiglia, fortemente religiosa, la indusse a credere che il demonio si fosse impossessato di lei e, rivolgendosi ad un sacerdote esorcista, seguì la via che riteneva più idonea alla guarigione della figlia. I risultati non furono quelli sperati: dopo molte sofferenze e tentativi d’esorcismo falliti, Anneliese morì nell’ospedale di Klingenberg.
Dopo la morte, il Congresso vescovile (che inizialmente aveva assecondato l’ipotesi della possessione) dichiarò che non si era trattato di possessione. Ma ancora oggi, la sua tomba è meta di pellegrinaggio
L’incertezza ed il mistero si insinuano minacciose…non c’è evidenza che sia stato un caso di possessione demoniaca, tuttavia non c’è prova che possa dimostrare il contrario. Sulla base di questo irriducibile dubbio, si svolge il processo nei confronti dei genitori e del sacerdote, accusati di omicidio poiché, sospendendo le cure, la destinarono ad una morte annunciata.
L’interpretazione della giovane Jennifer Carpenter (figlia del Grande Maestro John), nei panni Emily Rose è impressionante: poche parole ma una forza espressiva eloquente più di mille dialoghi o musica d’atmosfera. Non servono gli effetti speciali: l’idea che si possa trattare di un fatto realmente accaduto, suscita disagio ancor prima che le luci nella sala si spengano.
Gli opposti rivestono i panni dei protagonisti; il binomio fede-ragione, bene-male, malattia psicologica-malattia fisica, illusione-realtà, pazzia-normalità si alternano in un aula di tribunale e nella vita di tutti coloro che dal racconto si sentono coinvolti.
Alla fine si ha la sensazione di non aver assistito ad un HORROR né ad un LEGAL HORROR, sebbene il film ne possegga tutte le caratteristiche. Gli amanti del genere sono delusi: niente splat per la nuova versione dell’esorcista. Resta quel ragionevole dubbio che, anziché assolvere, condanna le coscienze troppo intransigenti sulla visione della vita…
E’ reale solo quello che gli occhi possono vedere?
Regia: Scott Derrickson
Attori: Laura Linney (Erin Bruner), Tom Wilkinson (Padre Moore), Campbell Scott (Ethan Thomas), Jennifer Carpenter (Emily Rose), Colm Feore (Karl Gunderson)
Soggetto: Paul Harris Boardman, Scott Derrickson
Sceneggiatura: Paul Harris Boardman, Scott Derrickson
Fotografia: Tom Stern
Distribuito da: Sony Pictures Releasing Italia
Prodotto da: Jon Resenberg, Gary Lucchesi per Lakeshore Entertainment, Firm Films
di Barbara Novarese